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Rechsteineria leucotricha (sin. Sinnigia leucotricha) (2014).

13 martedì Mag 2014

Posted by mery in 2 passi nel verde: my gardening., Le mie grassine

≈ 11 commenti

Tag

caudex, caudiciformi, fiori tubolari rosso-arancio salmone, foglie argento, foglie vellutate, foglie verticellate, Gesneria leucotricha, Rechsteineria leucotricha, Sinnigia leucotricha

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Ho trovato questa meraviglia in vivaio, unico esemplare, e me ne sono immediatamente innamorata senza sapere che pianta fosse. Era in fiore, all’apice della sua folgorante bellezza,…le foglie verde argento vellutate come orecchie di gatto da stropicciare!…. come resistere?….Ho deciso che sarebbe stata mia in ogni modo, ci avrei pensato poi a informarmi su cosa avevo acquistato,…e a come sarei riuscita (incrociamo le dita!) a coltivarla….. 😀 un copione che si ripete, lo so……
Arrivata a casa con la mia nuova meraviglia, computer alla mano, mi sono letta pagine e pagine di info,…e ciò che ne è emerso è quanto segue:

Informazioni colturali:

E’ una caudiciforme proveniente dal Brasile, con un caudex semilegnoso che cresce lentamente e può arrivare con gli anni anche a 30 cm. di diametro. La mia deve quindi essere un esemplare già cresciutello, poiché il caudex è bello grosso (10 x 7 cm.) e i 4 fusti sono alti una 15 ina di cm.! (considerando che è una pianta che resta piccola e cresce al massimo 3o cm. in altezza). Il caudex ha una forma tipicamente a ciambella, con una sorta di bordo e un bottone centrale dal quale emergono i nuovi getti.

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Dal caudex in primavera spuntano ogni anno i germogli che daranno vita ai piccoli fusti vellutati e alle foglie sopra di essi: sono foglie ovali, verde argento e vellutatissime!…soprattutto quelle più giovani!: essendo il numero dei peli fisso per ogni foglia, essi risultano estremamente concentrati quando la foglia è ancora piccola, poi si diluiscono sulla foglia cresciuta. Per questa sua peculiarità viene chiamata anche ‘Brazilian edelweiss’….perché solo le stelle alpine presentano una peluria altrettanto bianca e morbida!

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La crescita di questa pianta si dice ‘determinata’ in quanto negli esemplari adulti si formano sempre 4 foglie che sono disposte sullo stesso piano intorno all’asse dello stelo, pur partendo da punti differenti (foglie verticellate).

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Nei soggetti giovani, per esempio nati da seme, o in altre specie di Sinnigia, la crescita può essere invece ‘indeterminata’ cioè avvenire anche in punti diversi da quelli prefissati (per es. con fiori e foglie in posizione non apicale).
A primavera inoltrata (inizio estate) inizia una spettacolare fioritura all’apice di ogni stelo, che dura più o meno un mese. Sono fiori rosso-arancio salmone, una tinta che sembra perfettamente intonata al verde delle foglie! Il fiore è a forma di trombone sottile e allungato (2,5 cm.) su un peduncolo lungo 1 cm. e va a formare un grappolo, al centro delle 4 foglie posizionate a ombrella all’apice degli steli.

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Quando la pianta sfiorisce, pian piano anche le foglie appassiscono e la pianta si prepara ad entrare in dormienza, per tutto l’inverno. In questa fase occorre riparare la pianta a temperature minime di 15° ( non sotto ai 10° pena la perdita dell’esemplare!) e tenerla bagnata saltuariamente, giusto perché non muoia. Ai primi segnali di ripresa vegetativa si ricomincia a bagnare, in modo che il terriccio resti sempre leggermente umido.
E’ una pianta infatti che ama l’umidità ambientale (ma non le nebulizzazioni dirette su foglie e fiori!) e deve essere bagnata con regolarità (pur senza eccessi e ristagni!) quando è in fase vegetativa. Ancora meglio se le si mette a disposizione un sottovaso pieno d’acqua e palline di argilla espansa, che possa evaporare pian piano, ma senza mai essere a diretto contatto col terriccio.
Il terriccio in cui deve stare il caudex è un miscuglio di torba e inerti (non deve essere un substrato a sassaia come per le cactacee!) ricco, leggero e soffice, ma drenante.
Deve stare sommerso per metà nella terra, ma non di più…..il resto deve emergere.
Ama le posizioni luminose, ma non a diretto contatto coi raggi solari, quindi l’ideale è una semi-ombra luminosa, con temperature attorno ai 25° (…dove la terrò in estate?…..)

E’ una pianta amata dai collezionisti, per le sue spettacolari caratteristiche (e ci credo!….<3…) e questa ultima info mi ha mandato letteralmente in brodo di giuggiole!…..:-D

Ps. sui metodi di riproduzione, rimando ai seguenti link (visto che ora come ora l’argomento non mi tange….:-D)

Reichsteineria leucotricha – www.burwur.net

Reichsteineria leucotricha– forum Giardinaggio e Fiori.com

Reichsteineria leucotricha – forum Giardinaggio e Fiori.com

Xmery.

 

Aggiornamento al 10 maggio 2014:

a un mese scarso dall’acquisto la fioritura ormai è arrivata a termine e questo è l’aspetto di ciò che riamane dei fiori dopo che le campanule rosse sono cadute a terra:

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Xmery.

Rebutia albiflora (2010) sin. Aylostera albiflora.

01 giovedì Mag 2014

Posted by mery in 2 passi nel verde: my gardening., Le mie grassine

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Tag

aylostera albiflora, cactacee, rebutia albiflora, spine pelose

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Questa piantina grassa mi è stata regalata un autunno, non ricordo più da chi. L’ho accettata con un po’ di riserve, perché detesto tutte le cactacee con le spine…. Poi prendendola con delicatezza, ho scoperto che quelle non erano spine,…o perlomeno non pungevano!…  per cui tirando un sospiro di sollievo ho accettato di metterla tra le succulente e stare a vedere cosa sarebbe stato di lei durante l’inverno in serra fredda.
Durante quel periodo, mi sento libera di dimenticarmi delle piante grasse (lo dicono tutti i manuali che si rispettino!….ahahah…..) e così in primavera procedendo alla conta dei morti e dei sopravvissuti, mi accorgo che la mia mini Rebutia non solo si è adattata e sta benissimo, ma ha anche un bocciolo! Annuncio di una prossima fioritura!….Ancora a distanza di anni, penso sia l’unica tra le mie piante grasse a fiorire copiosamente tutte le primavere, coi suoi bei fiori bianchi! La fioritura dura per tutto il mese di maggio, poi a luglio inizia la produzione (copiosa) di nuovi getti, sia da terra che sui rami già esistenti. Vista questa sua tendenza ad espandersi in larghezza (eh,..quante affinità!.. :-D) di solito in autunno, provvedo a sfoltirla, ragalando talee a mia volta, o a farne nuovi piccoli vasetti.
Come decretano i testi sacri della botanica: “Rebutia albifora is a good plant for beginners as it is not very demanding and takes up little room..” E infatti….:-D la amo in particolar modo …: di tutte le mie succulente è quella che ha più virtù ….non è ancora morta, …non si lamenta se la vedo sempre più assetata di quel che non è,… non ha grandi pretese né di cure, né di spazio…. E anche se questo mi relega nella fascia delle principianti,….ebbene sì,…questa è la pianta che fa per me!…….ahhahah!…..
Eccola anche quest’anno, meravigliosamente in fiore, nonostante le sporadiche cure e la vita non ideale d’appartamento che conduce…

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Note tecniche e colturali:

è una cactacea, anche se le sue spine morbide e bianche come fili non sono così cattive come quelle delle sue sorelle. Proviene dalla Bolivia, in climi sub-tropicali asciutti e cresce ad altezze attorno ai 2.500 mt. Non teme il caldo, ma le temperature minime non devono scendere sotto ai 7°/10°. (le mie svernano senza problemi in serra fredda*, con una moderata annaffiatura una volta al mese).
E’ una pianta piccola (non cresce più di 5 cm.) che però tende a pollonare molto ai lati durante tutta l’estate e ad espandersi in larghezza, tanto da assumere un portamento molto ammassato, coi piccoli fusti a ridosso uno dell’altro, se non opportunamente sfoltiti di tanto in tanto. In questo caso, si staccano alcuni fusti e li si mette a radicare in un altro vaso (il radicamento è molto facile).
Dai fiori bianchi (fino a 3 cm.), se impollinati, si originano frutti rossi se non ancora maturi, che asciugano a piena maturazione. Possono essere raccolti a luglio. I frutti contengono da 1 a 7 semi, che hanno un range abbastanza basso  di germinabilità (al 50%) e spuntano dopo 10 giorni (aspettare oltre è pressoché inutile…).
Rispetto alle altre specie di Rebutia questa è la meno suscettibile anche per ciò che riguarda il tipo di terriccio, anche se l’optimum come tutte le cactacee è un suolo drenante e ben mixato con inerti.
Anche per lei annaffiature moderate aspettando che il terriccio asciughi, ma anche in questo Rebutia albiflora si rivela meno sensibile di altre cactacee: in estate beve parecchio e sopporta anche innaffiature copiose, e frequenti purché il terriccio sia ben drenato.

* per serra fredda si intende un ambiente non riscaldato, che però abbia un ottimo isolamento dal freddo esterno, tale che le temperature restino almeno 10° in più rispetto a fuori. Può essere un pianerottolo di una scala ben illuminato, una veranda vetrata, o una stanza a riscaldamento spento… Non sono sufficienti a fare serra fredda, le serrette ricoperte di plastica trasparente, poiché di notte non sono sufficienti a riparare piante sensibili, se fuori gela di prepotenza.

Nuovi germogli sui fusti:

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che in estate sono così:

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fino a diventare un ammasso di fusti che esplodono fuori dal vasetto, in agosto-settembre!:

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a quel punto, a novembre, prima del riposo vegetativo, mi sono decisa a sfoltire e a fare un nuovo vasetto di ciò che restava. Non ho  messo acqua fino al mese successivo (e molto moderatamente!) e a primavera avevano radicato e hanno ripreso a lavorare!

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Xmery.

Cheiridopsis candidissima.

16 mercoledì Ott 2013

Posted by mery in Le mie grassine

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Tag

Cheiridopsis candidissima, piante grasse, succulente

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E’ il mio ultimo acquisto! In genere in autunno, non avendo grandi spazi per coltivare alberi e arbusti, la mia attenzione si rivolge alle cactacee e alle succulente, anche se non è il tipo di piante che amo di più. Questa mi ha molto colpito per la sua forma, davvero singolare, per il colore grigio celeste, ma soprattutto per la setosa morbidezza della sua superficie al tatto! Meravigliosa!

E …tanto perché a noi ci piace fare chiarezza, ….non appena ho cercato il nome corretto, ho immediatamente scoperto che esistono almeno tre sinonimi!…..:-D!.

Cheiridopsis candidissima

Sin. Cheiridopsis denticulata,

Mesembryanthemum denticulatum var. candidissimum,

Mesembryanthemum candidissimum

Caratteristiche:

E’ una pianta originaria del Sud Africa. Presenta curiose foglie erette e molto carnose che nascono unite a coppie e poi si aprono a forma di piccola fionda, al cui incavo col tempo spuntano nuove coppie di foglie, ma ruotate di 45° rispetto alle prime. La foglia ha sezione triangolareggiante ma si restringe e si assottiglia sul suo apice, che termina con una minuscola spina.

E’ una piantina che resta relativamente bassa e che col tempo si espande in  larghezza, fungendo da copri suolo. Fiorisce in inverno, producendo fiori peduncolati all’interno della v delle due foglie, con numerosi petali filiformi gialli, biancastri, arancio e talvolta violacei. Il fiore dura solo un paio di giorni. Anche la crescita vegetativa avviene in inverno, mentre in estate entra in dormienza. Ama posizioni assolate, anche con temperature abbastanza basse (min. 7°) che la rendono una pianta rustica, da esterno se il clima è mite. Al nord invece va ricoverata in ambiente fresco, ma luminoso, meglio se al sole di una portafinestra. Se la temperatura in queste condizioni fosse più alta dei 7° la pianta va almeno spruzzata saltuariamente, per evitare che secchi.

Il nome deriva dal grco “keiris” (ossia “manica”) poiché le foglie (pur non essendo decidue in quanto pianta perenne) invecchiando fungono da protezione e nutrimento alle nuove, che restano compatte e chiuse durante il caldo torrido delle estati africane. Solo con l’arrivo delle piogge, le nuove foglie si aprono e la pianta ricomincia a crescere. Anche in periodo di ripresa vegetativa, va trattata come una succulenta, evitando ristagni d’acqua tramite un substrato ben drenante e con irrigazioni moderate, da effettuare solo quando il terriccio è asciutto.

Xmery.

www.plantzafrica.com/plantcd/cheiridopdenti.htm

la particolarissima intersezione delle foglie nuove sulle due vecchie:

P1140516 xmery

la coppia di foglie nuove nasce saldamente unita, ma già si intravede il punto in cui esse si separeranno e addirittura sono già presenti le due spine, sulle rispettive sommità:

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la foglia vecchia e ormai secca fa da nido protettivo alla foglia che sta per crescere nei periodi di riposo vegetativo:

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il colore argenteo e la superficie vellutata  della Cheiridopsis candidissima:

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