• About me: perché un blog?

ilgiardinonascosto

~ uno spazio interiore fatto di colori, profumi, pensieri e vibrazioni del cuore.

ilgiardinonascosto

Archivi Mensili: dicembre 2017

Le stelle di Capodanno.

31 domenica Dic 2017

Posted by mery in pensieri di notte

≈ Lascia un commento

Tag

Alessia Fabris, come combattere il terrore dei botti, come vincere la paura dei botti, guardare le stelle per sfuggire al terrore, i botti di capodanno, i cani e la paura dei botti, il terrore dei botti a Capodanno, in auto contro la paura dei botti, le stelle di Capodanno

via Lattea Alessia Fabris

(foto gentilmente concesssa da Alessia Fabris)

L’ultimo giorno di questo anno, che chiude il 2017, sarà giorno di memoria, passato in altalena tra festeggiamenti mancati, luci fioche e grumi nel cuore. Una sinfonia stonata di pensieri tristi e dolorosi, di preparativi ridotti all’osso, stomaci dolenti e attesa del frastuono dei maledetti botti, che ancora parlano di te. Quelli che ti buttavano nel terrore più cieco e che mi spingevano fuori dal balcone a urlare improperi contro ignoti, mentre tu mi guardavi piena di fiducia e supplica. Era l’ultimo vano tentativo di darti quel coraggio che altrove ti rendeva leonessa, ma in questa occasione ti abbandonava, lasciandoti fragile come un cristallo in mezzo a una sparatoria. Io uscivo fingendo autorità, gridando un “BASTA!! E allora!”… la frase che sapevo tu capivi perfettamente senza aggiungere altro, significava che mi ero arrabbiata e avevo messo in riga chi non rigava dritto, tu ne eri sempre sollevata …. poi rientravo incontrando i tuoi occhi supplicanti aiuto e ti sussurravo, “Ecco, hai visto? io gliel’ho detto. Tutto ok, vieni, vieni che andiamo a fare le nostre cose” chiudendo fuori dal vetro quella minaccia sempre più angosciante. Speravo che tu sentissi che ero dalla tua parte in questa battaglia contro un nemico invisibile e letale.

Perché era chiaro che tu ti sentivi a rischio di morte, con quegli spari là fuori. Nonostante fossi in casa, tra le mura del tuo rifugio, con tutti noi presenti, gatti, cani, tutto il branco con te, tranquillo e tranquillizzante. Il terrore ti afferrava alla gola e a noi non restava che starti accanto, impotenti. Neve in silenzio si metteva vicina a te, schiena contro schiena, senza chiedere di più. Avevamo imparato da lei, ci stendevamo anche noi sul pavimento freddo del ripostiglio dove ti rifugiavi tremante, e aspettavamo per ore che giungesse la quiete.

Alle prime avvisaglie di colpi, già al mattino ti mettevi in allarme, gli occhi sbarrati e le orecchie chine, poi con la coda stretta tra le zampe cercavi rifugio, non importa dove. L’istinto diceva fuggi, scappa, pericolo di morte! Scappare senza un dove, senza controllo, anche in casa grattavi la porta per scappare fuori, proprio da dove venivano i rumori che ti terrorizzavano! Scappare e basta.  Questo giorno era particolarmente difficile da gestire, uscire era un rischio di ulteriore terrore, in qualsiasi momento poteva arrivare uno di quei colpi al cuore. Anche in casa solo pochi erano i momenti in cui riuscivi a distrarti, annusavi l’aria con l’orecchio attento, sembrava che fossi in attesa di conferme, anche dai rumori più in lontananza, sembravi dolorosamente consapevole  da lì a poco sarebbe di nuovo arrivato quel calvario, di un cuore che ti impazzisce in petto, lasciandoti nel più totale terrore, con la schiuma alla bocca, senza pace, senza possibilità di fuga, dove nessun riparo è sufficiente e nessuno del branco potrà darti l’aiuto che ti salva, nonostante tutti fossero lì a darti conforto. La paura di aver di nuovo quella paura, che puntualmente non si smentiva, si avverava autoconfermandosi di anno in anno, poi temporale dopo temporale.

Avevamo provato di tutto, per darti almeno un po’ di sollievo, andando a tentoni tra le innumerevoli soluzioni che ognuno propone come vincente. La tv accesa a mitigare i rumori da fuori, canzoni natalizie a gogò per tutto il pomeriggio, da ingenui e inesperti che eravamo, provavamo a distrarti dai tuoi timori, almeno fino a sera, quando poi il terrore vero sarebbe esploso in tutta la sua deflagrante distruttività. Ricordo l’anno in cui costruii una tana per te, con una coperta che ti coprisse da tutto ciò che immaginavi fuori e ti desse l’illusione di un rifugio impenetrabile. Passammo ore così, solo la mia mano a toccarti mentre il cuore ti usciva dal petto. Poi tentammo con piccole dosi di sedativo per animali, sperando che le promesse farmacologiche fossero oneste. Ma ora so che non era così. Il farmaco ti intontì, ti fece dilatare gli occhi (probabilmente vedevi solo buio?) barcollavi e non ti tenevi sulle zampe, ti accasciavi a terra, pur desiderando ancora di scappare e cercare salvezza. Non credo di aver provato mai tanto imbarazzo e pena come allora, quando mi sono resa conto che questa era la pretesa di silenziare i sintomi della paura impedendone l’espressione, senza curarsi se sotto l’angoscia era ancora tutta lì, solo pietrificata da un farmaco, che ti immobilizza e ti rende cieca, instabile e confusa. Credo che sia stata una violenza senza eguali. Come aggiungere terrore e smarrimento ad altro terrore. Ma Ellie ti guardava e chiedeva aiuto a te, come se da te potessero venire solo cose buone, così ti autoassolvi e dici semplicemente “mai più, Ellie, te lo giuro. Mai più questo ulteriore tormento cinico, inutile e presuntuoso”.

L’anno successivo, quando la sordità speravamo potesse giungere come un aiuto provvidenziale a questo appuntamento così difficile, riuscimmo ad escogitare quella che forse fu la soluzione migliore per affrontare il Capodanno. Sapevamo che Ellie amava tanto l’auto, che si rilassava viaggiando, che fossero brevi tratti o viaggi lunghi, non importa: l’automobile era una seconda tana. Così l’anno scorso, quando già lei era in uno stato di grossa ansia (sapeva che quello era ‘uno di quei giorni’ avendo sentito sparare botti sporadici di preparazione ai festeggiamenti) alle undici di sera, abbiamo infilato i giubbotti, messo cuffie e sciarponi, guinzagliato i cani e ci siamo messi tutti in auto, nella notte gelata, decisi a macinare senza fretta chilometri a zonzo, su una qualche autostrada, fuori dai centri abitati, dove non riecheggiassero gli spari che tanto facevano gioire la gente in ogni angolo del pianeta terra.

Ellie ci seguì fiduciosa come sempre, salì in macchina sulla cappelliera, Neve al suo fianco, noi infreddoliti e imbacuccati, i fari che illuminavano la strada deserta della Cisa, uno speaker alla radio che a basso volume cercava di intrattenerci. Era un capodanno che mai mi sarei immaginata. Soli in una notte nera e stellata, che pareva senza confini, come solo lontano dalle luci della città si può ammirare, vedevamo i fuochi d’artificio di ogni paesino che scorreva sulle montagne scure di fianco a noi, in lontananza, nell’assoluto silenzio. Ogni volta che mi giravo, vedevo Ellie dormire serena, come se tutto quel fracasso lontano non esistesse più.

Avevamo vinto il mostro. Non combattendo, ma aggirandolo e prendendoci gioco di lui.

Ero felice, felice come lo sono stata poche volte nella mia vita. Sollevata e leggera, come quando si indovina per caso la risposta ad un enigma. Finalmente avevamo trovato la soluzione per gli anni a venire. Mai più terrore la notte di Capodanno. Solo viaggi meravigliosi a zonzo in auto, in chissà quale autostrada, al buio di gelidi cieli stellati.

Ora ascolto il crescendo di boati che annunciano questo nuovo anno. Una guerra di spari che annuncia il momento imminente.

Quattro, …tre, …due, …uno …ZERO!……………..ma tu non ci sei più.

Nessuno con cui guardare le stelle per sfuggire al terrore.

via Lattea Alessia Fabris

Xmery.

2017 adieu.

31 domenica Dic 2017

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna., pensieri di notte

≈ Lascia un commento

Tag

2017 adieu, claudio baglioni, fine anno 2017, La vita è adesso

DSC01098 rit xmery

Eccoci qui, di nuovo, momento di bilanci e riflessioni.

Non so dire se ho davvero vissuto o se sono rimasta in bilico su un terreno che è diventato franoso, solo aggrappandomi alla vita, a denti stretti, accontentandomi di ciò che offre.

Ho fatto progetti, alcuni li ho visti fallire, altri li ho perseguiti alacremente, pur senza certezza.

Ho tagliato fili, ne sono spuntati di nuovi, altri sono accarezzati tra le dita e non sai se stringerli o lasciarli scivolare.

È stato un anno di dolore, di addii e separazioni. Un anno difficile. Un anno di pesi sul cuore, di strade perse e non ancora ritrovate.

Eppure sempre ricco. Di esperienze, di occasioni, alcune uniche e irripetibili, di occhi che brillano di meraviglia, nonostante tutto.

È stato anche un anno di amore.

Forse.

Sempre.

Di quell’amore che alberga nel cuore, e che stenta ad arrendersi. Di speranza dentro alla disperazione. Di allegria dentro alla disillusione. Di lacrime e improvvisa commozione dentro alla fatica di vivere. Di entusiasmo dentro alla rassegnazione.

Ho perso un po’ di poesia, ma nella cruda realtà a volte si trova talmente tanta grandiosità da sfiorare la vertigine.

Ho ritrovato me stessa in qualche attimo, mentre mi perdevo. Ho visto chi sono in un abbaglio sfocato. Ho intravisto la direzione e l’attimo dopo l’ho perduta.

Ma ho preso nota. Di tutto.

E vado avanti.

Seconda stella a destra.

Benvenuto 2018.

 

Xmery.

 

La vita è adesso – Claudio Baglioni (versione originale – 1985).DSC01098 rit xmery

La vita è adesso (1985).

31 domenica Dic 2017

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

≈ Lascia un commento

Tag

1985, ascolta La vita è adesso, cieli smarginati di speranza, claudio baglioni, La vita è adesso, le campane girano le nuvole

“La vita è adesso

nel vecchio albergo della terra

e ognuno in una stanza

e in una storia

di mattini più leggeri

e cieli smarginati di speranza

e di silenzi da ascoltare

e ti sorprenderai a cantare ma

non sai perché…”

Xmery.

La vita è adesso – dall’album ‘La vita è adesso’ (1985)

 

Testo.

la vita e’ adesso
nel vecchio albergo della terra
e ognuno in una stanza
e in una storia
di mattini più leggeri
e cieli smarginati di speranza
e di silenzi da ascoltare
e ti sorprenderai a cantare
ma non sai perché.

La vita e’ adesso
nei pomeriggi appena freschi
che ti viene sonno
e le campane girano le nuvole
e piove sui capelli
e sopra i tavolini dei caffè all’aperto
e ti domandi incerto
chi sei tu, sei tu, sei tu…

Sei tu, che spingi avanti il cuore
ed il lavoro duro
di essere uomo e non sapere
cosa sarà il futuro.

Sei tu, nel tempo che ci fa più grandi
e soli in mezzo al mondo
con l’ansia di cercare insieme
un bene più profondo.

E un altro che ti dia respiro
e che si curvi verso te
in un’attesa di volersi di più
senza capir cos’è.

E tu che mi ricambi gli occhi
in questo istante immenso
sopra il rumore della gente
dimmi se questo ha un senso.

La vita è adesso
nell’aria tenera di un dopocena
e musi di bambini
contro i vetri
e i prati che si lisciano come gattini
e stelle che si appicciano ai lampioni,milioni

mentre ti chiederai
dove sei tu, sei tu, sei tu…..

Sei tu che porterai il tuo amore
per cento e mille strade
perché non c’è mai fine al viaggio
anche se un sogno cade.

Sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
mentre mi vieni incontro
e imparerai che per morire
ti basterà un tramonto.

In una gioia che fa male di più
della malinconia
ed in qualunque sera ti troverai
non ti buttare via…

e non lasciare andare un giorno
per ritrovar te stesso
figlio di un cielo così bello
perché la vita è adesso, è adesso,
è adesso……

 

Pomodori a dicembre.

31 domenica Dic 2017

Posted by mery in L'orto e i suoi frutti.

≈ Lascia un commento

Tag

pomodorini a dicembre, pomodorini in inverno, pomodorini maturati appesi a un vetro, pomodorini maturati in casa, pomodorini maturati in inverno, pomodorini Piccadilly

20171205_201209 xmery

E’ il problema di tutti coloro che si dedicano all’orto: come conservare il frutto del proprio lavoro, quando il freddo incombe e le verdure sulle piante sono quasi a maturazione… ma il sole, né le temperature ormai sono più sufficienti? Le lasci, le lasci ancora un po’, ancora qualche giorno, anche se le ore di luce sono poche, se le sere sono fredde e la bruma spesso porta le foglie ad ammuffire. Ma i frutti no, loro fino alla fine sembrano voler resistere, a dispetto della stagione avversa sempre più inesorabile.

Lo scorso anno ho provato con successo a portare a maturazione i peperoncini ancora verdi, tenendoli in terrazza vetrata, alcuni in un vaso d’acqua, altri semplicemente tenendoli all’asciutto, ma al sole del pomeriggio. E devo dire che ha funzionato. In 10/15 giorni i frutti verdi sono arrivati a maturazione e ho potuto essiccarli per le scorte invernali.

Quest’anno, all’ultimo raccolto dei pomodori, ho deciso di provare lo stesso sistema. Quando ormai ho capito che anche i frutti verdi sulla pianta sarebbero andati distrutti dalle prime gelate serie, circa a fine novembre, ho raccolto tutto ciò che c’era, sicura che il mattino dopo non avrei trovato più nulla di commestibile. Con i pomodorini verdi ho fatto tante salse e marmellate (soluzione interessante, che non avevo mai provato!) e con i pomodorini Piccadilly ho tentato la tecnica della maturazione in casa, al sole della finestra al mattino.

Bene, hanno veramente gradito la premura e già dopo poche settimane, a metà dicembre, avevo i miei pomodori appesi e rossi come preziose primizie fuori stagione! Ah, la soddisfazione di mangiare quella mozzarella con pomodorini e basilico freschi!….(perché…..ebbene, sì….sto tentando di coltivare anche piccole piantine di basilico, appese al vetro, sempre pronte all’uso! 😉 vi racconterò come nei dettagli).

Xmery.

Una strada di terra che inizia ai confini del niente.

30 sabato Dic 2017

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

≈ Lascia un commento

Tag

16 modi di dire verde, 2012, album Ecco 2012, il mio tutto che ancora si ostina a cercare una via, niccolò fabi, ostinarsi a crecare la propria via, un solo modo per dire addio, una strada di terra che inizia ai confini del niente

20171203_142154crop xmery

 

“Una strada di terra

che inizia

ai confini del niente

E il mio tutto

che ancora si ostina

a cercare una via…”

 

Xmery.

16 modi di dire verde (live) – di Niccolò Fabi (dall’album Ecco-2012)

 

Un blues intimo e corale al tempo stesso, una melodia lenta e sognante con la forza di una freccia che arriva al bersaglio, coma la copertina del disco suggerisce.

Un testo che racconta ancora del viaggio. Del viaggio che salva, che rivela, che permette confronti e comprensione. Così un uomo dell’Amazzonia ha 16 modi per dire la parola verde, perché si suppone sia essenziale alla sua sopravvivenza distinguerne le diverse e infinite sfumature in una foresta pluviale. Così un uomo occidentale invece ha una sola parola, una soltanto! per definire un evento tanto importante, drammatico e di immane portata come un addio, senza poterne raccontare le mille diverse sfaccettature se non aggiungendo aggettivi, senza un vocabolario che gli regali le giuste parole. Come se sopravvivere agli addii non fosse altrettanto essenziale nella vita di un uomo, tanto come riconoscere 16 tipi di verde per sopravvivere nella foresta pluviale.

 

Testo:

Una strada di terra che inizia ai confini del niente
e il mio tutto che ancora si ostina a cercare una via
i pensieri che più della sabbia mi bruciano gli occhi
questi occhi che ancora ringraziano di essere qui
e la notte qui è notte davvero è la madre del buio
ed il nero è soltanto un colore della realtà.

Così un uomo sa sedici modi per dire verde
ed un altro ne ha un altro soltanto per dire addio
l’immondizia non è solamente quella che si vede
essere bianco non è esattamente essere candido
e gli uomini perdono tempo perché ne hanno
e le donne sopportano i pesi meglio di me
e tutti camminano sempre ma poi per dove
tanto un albero è come un ombrello se piove.

Un viaggio regala a ognuno la sua storia
io sono convinto che mi salverò
così come ogni ritorno ha la sua gloria
un altro cerchio che si chiuderà
una strada di terra che inizia ai confini del niente
e il mio tutto che ancora si ostina a cercare una via,
a cercare una via, a cercare una via.

Iscriviti

  • Articoli (RSS)
  • Commenti (RSS)

Archivi

  • ottobre 2022
  • Maggio 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • agosto 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • settembre 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • Maggio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013

Categorie

  • 2 passi nel verde: my gardening.
    • Avversità in giardino.
    • Erbe spontanee in Pianura Padana.
    • I miei Helleborus.
    • Insetti amici del giardino.
    • L'orto e i suoi frutti.
    • Le aromatiche.
    • Le erbacee.
    • Le mie Clematis.
    • Le mie grassine
    • Le mie orchidee.
    • Metamorfosi di un giardino in campagna.
    • seasoning: vivere lo scorrere delle stagioni.
  • Cosa ne penso di….: il mio sguardo sul mondo.
  • Errata corrige: svarioni divertenti….. e odiose recidive.
  • Eventi.
  • Fisiologia……..a piccole dosi.
  • Frasi che è bello ricordare.
  • Fumo in cucina!….Oggi ai fornelli.
    • Antipasti.
    • Contorni.
    • I miei dolci: torte soffici, crostate, biscotti, frittelle e dolci al cucchiaio.
    • I prodotti che amo.
    • I secondi piatti.
    • Insalate.
    • L'estate nel piatto!
    • L'How to do in cucina…
    • La panificazione, un fascino antico e ritrovato.
    • Le zuppe.
    • Liquori.
    • Marmellate e confetture più o meno strane.
    • Primi piatti.
    • salse e creme, dolci o salate
    • Strenne natalizie: dolci o salate.
    • Succhi e bevande
  • I film che ho amato.
  • Idee per fare e costruire: voglia di bricolage.
  • L'arte, quel qualcosa che ti risuona dentro.
  • La panificazione
  • Libri da conservare, da regalare, o da distruggere.
  • Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.
    • agriturismi
    • B&B.
    • Dove dormire: hotel
    • Ristoranti
  • One song a day: la musica che mi accompagna.
  • pensieri di notte
  • PEPPERmania.
    • I miei Capsicum annuum.
    • I miei Capsicum chinensis.
  • Storie a 4 zampe: insieme per la vita.
  • un fascino antico e ritrovato.
  • Uncategorized

Meta

  • Registrati
  • Accedi

Blog su WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • ilgiardinonascosto
    • Segui assieme ad altri 196 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • ilgiardinonascosto
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...