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ilgiardinonascosto

~ uno spazio interiore fatto di colori, profumi, pensieri e vibrazioni del cuore.

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Archivi Mensili: novembre 2015

Tempesta.

16 lunedì Nov 2015

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

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2015, che sia per sempre..., malika ayane, tempesta

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“..che sia per sempre, un giorno o solo un attimo,

purché sia …tempesta!”

Perché un tuffo al cuore vale una vita intera di battito regolare.

Xmery.

Tempesta (dall’album Naif)-2015- Malika Ayane

Se ti sorprendi a ridere
solo tu sai perché…
come un contagio passa già
da te a chi ti guarderà!
La libertà è un concetto semplice
se non rinunci al complicato…

Che sia per sempre, un giorno,
solo un attimo,
che sembri o no pericolo…
che sia per scherzo, sbaglio
o per miracolo,
purché sia tempesta!
tempesta….

Rubare tempo ai ‘non lo so’
non è così difficile…
resta l’incognita però
di quanto poi sai perdere.
La libertà sembra temibile
come un vulcano addormentato…

Che sia per sempre, un giorno
solo un attimo,
che sembri un pericolo…
che sia per scherzo, sbaglio
o per miracolo,
purché sia tempesta!
tempesta…
tempesta….

La libertà è un concetto semplice
se non ne sai il significato

Che sia per sempre, un giorno,
solo un attimo,
che sembri o no pericolo…
Che sia per scherzo, sbaglio
o per miracolo,
purché sia tempesta…
tempesta.”

Il verde in autunno.

15 domenica Nov 2015

Posted by mery in 2 passi nel verde: my gardening.

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colori d'autunno, verde in autunno

P1110822 xmery - Copia

I gialli accesi delle foglie, i colori ramati, i rossi infuocati di alcuni alberi…sono questi i colori che da sempre associo all’autunno.

In verità proprio nella stagione dove la vegetazione si prepara a morire, succede che (come in certi guizzi pre-morte!) il verde riprenda vita con uno splendore e una luce che solo in primavera di nuovo ha!

L’acqua ora più abbondante riaccende i prati non ancora arati, i fossi, e i raggi obliqui li illuminano di luce accecante, come su uno sfolgorante palcoscenico.

Amo questo momento in cui il sole si prende la sua ultima rivincita, regalando pomeriggi spettacolari su cieli azzurri senza una nuvola,…prima che la nebbia e un buio precoce ci avvolgano per quasi tutto questo nostro inverno padano.

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Xmery.

Crema corpo alla Mora di bosco.

15 domenica Nov 2015

Posted by mery in I prodotti che amo.

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crema corpo alla mora di bosco, creme, creme con ingredienti casalinghi, creme fatte in casa, le creme di viola

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Questa è la nuova creazione di Viola, una crema per il corpo che, oltre al profumo inebriante di mora (…che potresti sbagliarti e mangiartene una sditazzata con niente! 😀 ), ha anche le mille virtù riparatrici e miracolose che ogni pelle matura sogna!..:-D ….rigenerante, levigante, ammorbidente, idratante, nutriente e protettiva……… ❤

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Ingredienti:

10% Gel di aloe (che avevo espressamente chiesto)

6% Olio di mandorle

6% Glicerina

5% Olivem1000

4% Coco caprylate

4% Acido Ialuronico (chiesto a gran voce! :-D)

4% Pantenolo

3% Olio di jojoba

2% Olio di girasole

2% Tocoferolo

1,5% Burro di Karité

1,5% Burro di mango

1,5 Burro di cacao

1% Bisabololo

1% Allontoina

0,6% Xanatnagum

0,4% Dryflo

1% Olio di Rosa Mosqueta

0,6% Cosgarg

Fragranza di More di bosco

56% acqua

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Grazie Viola!…meravigliosa… ❤

Xmery.

Luci nelle tenebre.

14 sabato Nov 2015

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo.

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13 novembre 2015, strage a parigi

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Luci nelle tenebre.

Ci sono giorni in cui la luce che porti dentro non sembra sufficiente ad illuminare il mondo.

In cui l’umanità di cui sei parte sembra intaccata dalla bestialità più inaudita e inaccettabile.

Accendo una candela nella notte, oggi, perché non voglio arrendermi al buio.

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Xmery.

Come portare a maturazione il peperoncino colto prematuro.

05 giovedì Nov 2015

Posted by mery in PEPPERmania.

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peperoncini da salvare, peperoncini in autunno, peperoncini non maturi, peperoncini verdi, trito di peperoncini secchi

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Può capitare che un ramo della nostra pianta preferita di peperoncino si spezzi, pieno di frutti non ancora maturi ma che non vorremmo buttare!

Oppure che il freddo autunnale arrivi quando la pianta ancora non è riuscita a portare a maturazione i suoi ultimi (a volte anche numerosi!) frutti.

Come fare a portare a maturazione tutti quei peperoncincini ancora verdi, una volta che la pianta non è più in grado di nutrirli?

In questi casi,  si può ovviare all’inconveniente in diversi modi. Il più semplice è mettere il ramo in acqua, come se fosse un vaso di fiori! In casa se l’ambiente è molto luminoso, ma anche fuori al sole, se le temperature ancora lo permettono. Nel giro di una decina di giorni, mentre le foglie appassiranno seccandosi, i frutti da verde vireranno al rosso (o al giallo, a seconda delle varietà) continuando a nutrirsi dell’acqua che assorbono attraverso  il ramo.

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Se i peperoncini invece sono colti singolarmente, solo col picciolo, difficilmente si riuscirà a farli maturare quando sono staccati dalla pianta o almeno da un suo ramo. Ma niente paura!…sono buoni anche così, verdi! certo forse meno profumati, meno aromatici, ma sempre piccantissimi!… è sempre possibile farli seccare insieme a quelli rossi e gialli! e poi frantumarli per ottenere un bel trito, magari in un bel mix di colori 😉

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Xmery.

aggiornamento al 15 dicembre 2015:

Un altro metodo che ho provato ottenendo buoni risultati è appendere i rami a testa in giù, in un ambiente il più possibile caldo e asciutto. I miei ultimi rami invernali, li ho portati a maturazione così. Nella veranda chiusa a 15° ma con qualche pomeriggio di sole, tra novembre e dicembre.

Un consiglio: togliere da subito i peperoncini già maturi, e lasciare solo quelli verdi a cui serve un altro po’ di tempo e di caldo. E ancora, man mano che maturano, tagliarli via e utilizzarli, o seccando sul ramo rischieranno di ammuffire o marcire.

Poi li ho messi a seccare sul tagliere e lasciati su un armadio, in casa, ben protetti da una tovaglia, in modo che non prendessero polvere o venissero visitati da insetti.

Xmery.

 

Le ferite come cicatrici d’oro.

05 giovedì Nov 2015

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo.

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ferite cicatrici d'oro, il dolore si ripara con l'oro, kintsugi

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(foto presa dal web)

Nella nostra cultura, essere vulnerabili non è un pregio. Essere sensibili è considerato un pericoloso difetto, che ci lascia indifesi e in balìa delle delusioni. E’ opportuno mostrarsi forti, corazzati e inattaccabili. Solo così si ha speranza di risultare vincenti.

E quando il dolore arriva a sconquassare le nostre vite, a sbriciolare i nostri equilibri, a risvoltare la nostra anima come un aratro crudele e indesiderato, zolla dopo zolla, …e non ci si riconosce più, e si languisce in un pozzo di buio da cui sembra impossibile risalire… si reagisce in modo strano. Urliamo il nostro dolore, ma solo dentro. Le ferite profonde sono difficili da mostrare. La sofferenza viva, che ti morde il cuore e ti logora nel corpo, la si tiene per sé, chiusa in una sorta di pudore che sconfina nella vergogna e nel senso di colpa, comunque sia andata.

Un po’ perché sono poche le persone in grado di raccogliere il tuo dolore, averne cura e rimandartelo indietro come qualcosa di prezioso o perlomeno di dignitoso e degno di rispetto. Un po’ perché la nostra cultura non ci insegna a convivere in modo sereno con la possibilità di soffrire.

Il dolore è negato come fallimento. Qualcosa è andato storto, soffrire non è nei programmi di nessuno. Qualcosa si è rotto, …e non doveva rompersi.

Ma non è così.

Soffrire e cadere, e ferirsi camminando… è nella natura del vivere.

Andare nel mondo con armature tali da prevenire ogni dolore significa essere pietra.

Chiudersi talmente tanto da non lasciarsi scalfire dalle delusioni, dagli schiaffi della vita, equivale a non vivere.

E’ cercare di non respirare per evitare contagi e malattie. E’ restare fermi immobili per evitare di inciampare. E’ non offrire le mani in un abbraccio per non rischiare di essere rifiutati. E’ tenere il cuore a guinzaglio, per non esporlo ai morsi del mondo.

Le strategie che mettiamo in atto per difenderci dal soffrire hanno un prezzo molto alto: rinunciare a vivere.

La cultura giapponese ci mostra un altro punto di vista.

Esiste in Giappone una tecnica di riparazione del vasellame di qualità, chiamata Kintsugi. Dalle crepe, dalle scheggiature, dai cocci rimasti si ricostruisce un nuovo oggetto, che nasce dalla combinazione unica e preziosa dei pezzi rimasti, con le venature delle rotture ricostruite in oro e argento.

Le cicatrici anziché essere riparate nascondendole, vengono esposte come nuovo elemento che impreziosisce l’oggetto.

Se applichiamo questa filosofia alla “riparazione” dell’animo umano, ne escono delle implicazioni interessanti.

Che il dolore è un valore! e non un errore in cui, maledizione! si è incappati. Non uno sgambetto cruldele della vita, ma ….la vita stessa nel suo dispiegarsi.

Le esperienze dolorose ci insegnano, ci mostrano i nostri limiti ma mettono anche in evidenza le nostre risorse, moltiplicano le nostre forze, ci svelano cose di noi che non pensavamo, ci rendono dei combattenti, rimodellano i nostri obiettivi… e ne si esce cambiati. Non semplicemente segnati, ma persone nuove.

Come nel vasellame del kintsugi, resta la traccia di ciò che eravamo, una nostra preziosa impronta in cui riconoscerci, ma i nuovi segni danno un valore aggiunto a ciò che siamo diventati. Non sono una cicatrice da nascondere, ma un orgoglio, qualcosa che ci ha arricchito e fortificato, qualcosa di cui andare intimamente fieri.

Ma questa tecnica di ricostruzione suggerisce ulteriori spunti: alle porcellane che vogliamo riparare, impreziosendone le rotture con materiali estremamente costosi come l’oro, va attribuito un valore iniziale molto alto. Quindi se vogliamo intravedere la possibilità di considerare le nostre esperienze fallimentari, le nostre cadute, non come inutili e dolorosi sbagli, ma piuttosto come un’ occasione per ricostruire noi stessi, occorre in partenza avere una buona concezione di sé. Più l’autostima è alta, più si vedrà possibile una ricostruzione di sé che sia accettabile, persino degna di orgoglio. Anche partendo dalle più rovinose macerie si riuscirà a credere di poter ricostruire qualcosa di prezioso, qualcosa che ci somiglia ancora tanto da ritrovarcisi dentro, qualcosa che ci rende migliori di prima, più belli, più forti e valorosi. Dei sopravvissuti, in tutta l’accezione più positiva del termine.

Con una stima di sé zoppicante invece, gli eventi catastrofici che la vita ci mette davanti tendono ad essere letti come conferma delle proprie scarse capacità, della propria ingenuità, scavando solchi ancora più profondi nel senso di colpa e disvalore di sé.

Credere di essere “vasellame di pregio” e che meritiamo di essere ricostruiti con oro zecchino, è quindi forse il primo passo.

Dare valenza preziosa alle proprie ferite, credere che il dolore che ci rivolta l’anima ci regalerà un terreno ricco su cui veder rinascere cose nuove, ci porterà a un diverso atteggiamento.

Non più a chiudersi per evitare ogni delusione, non più ad asserragliarsi in casa per ripararsi da ogni tempesta, non più armature rigide e ferragliose in cui riporre fiducia,….

Negarsi la possibilità di soffrire (oltre ad essere oggettivamente inefficace nel suo scopo!) significa in fondo rinunciare a vivere.

Ciò che resta di noi dopo un uragano, deve essere la consapevolezza che siamo ancora vivi, a brandelli, ma vivi; e che da lì, da quei brandelli ancora vivi, si può ricominciare. Perché ciò che siamo è unico e prezioso; perché quello che ne uscirà sarà altrettanto bello e vivo, e ci somiglierà quel tanto da ritrovare noi stessi.

E’ il dolore che ci urla che siamo vivi, che ci siamo, e che respirare di nuovo è lasciare che il mondo entri dentro di noi.

Occorre ritrovare un bagliore positivo che ci permetta di entrare in contatto con tutte le forze e le risorse che abbiamo dentro, spesso mai viste, o mai utilizzate! Per rialzarci.

Senza paura di cadere di nuovo. Succederà! Ma occorre decidere quanto siamo disposti a mettere in gioco, quanto di noi poter lasciare senza difese e armature, e correre il rischio…. per un sogno da realizzare, per ritrovare se stessi, o (semplicemente!) per essere felici.

Kintsugi: il dolore si ripara con l’oro.

Xmery.

Le parole che salvano.

02 lunedì Nov 2015

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo., Uncategorized

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27 ottobre 2015, abbracci, amore, parole che salvano

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Ci sono parole che, da sole, ti rendono tutto l’amore, tutta la stima, l’affetto e il calore di mille abbracci, di cento carezze e di mani che si stringono dopo essersi ritrovate.

“Come potrei dimenticarmi di te….sei indelebile!”

Parole che ti ridanno indietro il mondo, quando pensavi che ti fosse stato rubato, sottratto per sempre. Credevo di essere orfana….e invece non lo sono.

Xmery.

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