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~ uno spazio interiore fatto di colori, profumi, pensieri e vibrazioni del cuore.

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Archivi Mensili: marzo 2014

Marmellata di arance primaverili.

29 sabato Mar 2014

Posted by mery in Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli., Marmellate e confetture più o meno strane.

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arance rosse, arance Tarocco, bucce, marmellata di arance, succo di limone

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Se è vero che le arance invernali sono le migliori, chiare, asprigne…è altrettanto vero che se a uno viene una voglia irrefrenabile di marmellata di arance a marzo,…non ci può fare niente!…La fa e basta! 😀 …e siccome devo dire che il risultato è stato stratosferico,…metto via con cura la ricetta e la condivido con chi avrà altre voglie fuori stagione!….:-D

Ingredienti:

2 kg. di arance Tarocco, sugose e a buccia un po’ spessa
1 limone a buccia spessa
800 gr. di zucchero
1 busta di Fruttapec 1:2

Procedimento:

Tagliare le arance a pezzetti, dopo averle sbucciate. Otterrete circa 1500 gr. di polpa di arancia, un po’ gialla un po’ rossa, che metterete in una pentola a bordi alti.

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Recuperate le bucce, togliete le parti macchiate o dove c’è troppo bianco e mettetele a bollire per due volte in acqua, ogni volta buttando via completamente l’acqua di cottura.

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In totale, ci vorrà circa 20 min. Quando saranno cotte ma al dente!..:-) scolatele e lasciatele raffreddare un po’. Quindi riducetele a filini con una forbice. Otterrete circa 500 gr. di bucce cotte, che andrete ad aggiungere alla polpa di arancia nella pentola.

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Ora tagliate la buccia del limone, facendo attenzione di prendere solo la parte gialla e non il bianco, poiché va usata cruda. Poi fatene filini con la forbice. Spremete ciò che resta del limone e aggiungete sia il succo che la buccia a filini alla pentola di cottura. Abbiamo ottenuto circa 2 kg. di polpa e dovremmo mettere la metà di zucchero; ma dato che le arance di fine stagione sono molto più dolci e zuccherine a causa della loro protratta maturazione, ne aggiungeremo solo 800 gr. Il ridotto potere addensante dello zucchero verrà compensato da un maggior tempo di cottura e dal Fruttapec, che va aggiunto sempre alla fine.
Mettiamo quindi sul fuoco, da quando comincia a bollire calcoliamo mezz’ora…..la marmellata sembrerà ancora liquida, ma nel frattempo avrà assunto un sapore particolare di caramello; continuare la cottura aggiungendo la polvere di Fruttapec (sempre a freddo mescolato con un po’ di composto a parte, poi da aggregare a tutto il resto) e togliere dal fuoco quando comincia a rapprendere. Con la prova cucchiaino in frigor si avrà il riscontro finale della giusta consistenza.
Invasare calda in boccetti appena sterilizzati in acqua bollente.

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Xmery.

Il mio yogurt fatto in casa.

28 venerdì Mar 2014

Posted by mery in Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli., I prodotti che amo.

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fermenti lattici, home made yoghurt, latte pastorizzato, temperatura, yogurt fatto in casa, yogurtiera

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Ho cominciato per pura curiosità, ho comprato bustine di fermenti lattici liofilizzati e una yogurtiera economica….ed ora è diventata una consuetudine: ogni settimana ne faccio 1 litro ed è la mia golosa colazione!…latte, yogurt, fette biscottate e marmellata di arance (…la mia marmellata di arance!..mhhhh….).

Ingredienti per 1 lt. di yogurt:

1 lt. di latte intero fresco pastorizzato o uht (a lunga conservazione)
1 vasetto di yogurt bianco intero al naturale (senza dolcificanti)
oppure 1 bustina di fermenti lattici liofilizzati: il risultato non cambia, ma la spesa eccome! 😉
una yogurtiera da 1 litro (la mia non è porzionata e la preferisco così)

Procedimento:

Il latte (io uso quello a lunga conservazione e intero, perché mi piace la consistenza compatta che ne risulta) deve essere assolutamente a temperatura ambiente e non da frigor.
Lo yogurt deve essere bianco e naturale (non zuccherato né alla frutta o ai vari aromi) e anche lui a temperatura ambiente. Si mescolano latte e yogurt (io lo faccio direttamente nella yogurtiera poiché ha un recipiente unico) e si chiude il contenitore col suo coperchio, facendo attenzione che il composto non venga inquinato da nessun elemento estraneo (pelucchi, granelli e impurità compromettono la buona riuscita della fermentazione). Si mette il barattolo nell’alloggio riscaldante e si attacca la spina. Io lo tengo acceso per 8 ore e misurando la temperatura del prodotto in fase di formazione ho appurato che si aggira sui 35°: ne ottengo uno yogurt denso, compatto, a bassa acidità,…che poi diventa fluido e cremoso non appena lo mescolo col cucchiaio. E’ molto importante anche che il contenitore in fase di formazione dello yogurt non subisca urti o scossoni, che vanno a compromettere una buona riuscita del prodotto.

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Note: non va bene il latte fresco non pastorizzato (crudo), quello dei distributori con la mucca, per intenderci! Perché i suoi conservati elementi vivi (è genuino e non lavorato!) vanno a competere con quelli in formazione e lo yogurt non si forma completamente. Un latte fresco non pastorizzato andrà prima bollito in casa e poi riportato a temperatura ambiente. Se usate latte o yogurt freddi da frigor, i tempi di fermentazione si allungheranno. I tempi di fermentazione per ottenere un buon yogurt vanno dalle 8 (per un prodotto poco acido ma compatto) alle 10/12 ore (per uno yogurt più acidulo e scivoloso).
Il siero giallognolo che si forma è la parte acidula: potete eliminarla se volete un prodotto ancora più basso in acidità, oppure mescolarlo alla parte più compatta, se vi piace un sapore acidulo tipo Yomo.
Anche il tipo di yogurt da cui si parte ovviamente contribuisce a creare un prodotto più o meno acido o compatto (uno yogurt naturale Yomo è molto diverso da un Muller cremoso o un da un Vipiteno!). Io uso quello naturale della Conad e mi dà un ottimo yogurt, come piace a me: non troppo acido e non troppo liquido.
Lasciato in frigor, senza aggiungere dolcificanti, questo yogurt dura molto bene almeno 5 giorni. Zucchero, miele o marmellata, a seconda dei giorni, li aggiungo al momento della colazione! ;-).

I benefici dello yogurt- le ricette di Alice-

Xmery.

Sticky lemon chicken.

24 lunedì Mar 2014

Posted by mery in Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli., I secondi piatti.

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limone, miele di acacia, pepe nero, pollo dolce piccante, sticky lemon chicken, zenzero radice

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Ho provato questa ricetta, incuriosita da alcune amiche che la avevano appena cucinata in diretta sul web!…eccezionale!….un pollo ”appiccicoso”, agro-dolce, e anche un po’ piccante! E i dadini di zenzero al limone,…sono la parte migliore: da svenimento!… 😀

Ingredienti per 3 ps:

1 pollo a pezzi (circa 800 gr.)

100 gr. di radice di zenzero fresca

1 limone grosso a buccia spessa

1 cucchiaio abbondante di miele Millefiori (o di acacia)

1 spicchio d’aglio

2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

5 rametti di timo fresco

sale, pepe nero

 

Procedimento:

io sono solita togliere parte della pelle ai pezzi di pollo, specie alle parti più spesse di grasso, ma non tutti lo fanno, poiché in forno poi diventa particolarmente succulenta e golosa! 😉

Poi si prepara la marinata:

per prima cosa spellare il pezzo di zenzero e farne minuscoli dadini, tagliando prima a fettine, poi a bastoncini e infine ridurre a piccoli quadratini.

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Grattugiare la buccia del limone (io uso la grattugia a fori grossi, per ottenere pezzettini sottili ma consistenti) spremerne poi il succo, salare con 2 o 3 pizzichi generosi di sale (alcuni usano la salsa di soia e l’effetto deve essere interessante!). Aggiungere al limone un grosso cucchiaio di miele e stemperarlo finché si è del tutto sciolto. Poi mettere lo spicchio d’aglio schiacciato e ridotto in poltiglia, i 2 cucchiai di olio e.v.o. e miscelare come fosse una vinaigrette. Pepare, aggiungere le foglioline di timo fresco e infine i dadini di zenzero che così si impregnerà del succo.

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Versare la marinata sui pezzi di pollo e lasciare insaporire per un’oretta (cmq non meno di 20  min.). Quindi preparare una teglia con carta da forno, adagiarvi il pollo con la sua marinata, e infornare a 180°/200° per 1 ora. Dopo 40 min. girare i pezzi, perché si colorino per bene anche sull’altro lato. Il pollo risulterà pronto quando il succo si sarà rappreso e la carne avrà un bell’aspetto lucido, colloso e caramellato.

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Note: da provare anche con filetto di maiale.

Xmery.

Siamo pescatori di asterischi?…

23 domenica Mar 2014

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

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2000, il pescatore di asterischi, il senso gravitazionale che non c'è, l'oroscopo speciale, samuele bersani

…giocolieri, che sprecano il tempo a cercare…il senso gravitazionale (che non c’è!)….

Il pescatore di asterischi- Samuele Bersani

Il pescatore di asterischi (dall’album ‘L’oroscopo speciale’ 2000).

C’è un quaderno che nascondo,
ma non ho
mai scritto cosa sei
per me,
perché è facile:
tu mi leggi dentro
io no…
se gli errori li cancello
resta la
peggior calligrafia
che ho
avuto in vita mia,
nuda lì sul foglio…
io sono un pescatore di asterischi
sotto un’onda a forma di parentesi rotonda che mi porta via..
non si può partecipare
subito a un concorso di poesia,
che idea
intitolarla ‘apnea’
vale un primo posto!
in questo gioco di pensieri sporchi, sopra a un letto
prima di abbracciarti mi connetto e penso insieme a te…
i tuoi capelli neri a punta di inchiostro
si aggrovigliano ai miei,
io polipo tu seppia non vuoi farti mangiare,
però… nella vita c’è sempre un però!
un cielo che si appoggia sul mare
e tu impari chi sei,
come un giocoliere spendi tutto il tempo a cercare
il senso gravitazionale che non c’è…
e c’è un grillo che nascondo
ogni tanto esce e dice che
chissà!
chissà se anche lei
è pura fino in fondo
in questo gioco di pensieri sporchi sopra a un letto
prima di abbracciarti mi connetto più vicino a te
e tu sei bella come quella Madonna che un giorno qualcuno pescò,
anche il polipo e la seppia non si fanno più male,
eh no, son saliti a guardare
il cielo che si spegne nel mare
laggiù dove sono gli dei…
siamo giocolieri non sprechiamo il tempo a cercare
il senso gravitazionale che non c’è…
il senso….
siamo giocolieri non sprechiamo il tempo a cercare
il senso gravitazionale che non c’è…
il senso…
siamo giocolieri non sprechiamo il tempo a cercare
il senso gravitazionale che non c’è..
il senso…
il senso….

Xmery.

Semine Pepper 2014.

23 domenica Mar 2014

Posted by mery in 2 passi nel verde: my gardening., I miei Capsicum annuum., I miei Capsicum chinensis., PEPPERmania.

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capsicum annuum, capsicum chinensis, cotiledoni, germinatoio, luce, seeds, semine, temperatura, temperatura alta, umidità

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Sempre con grande ritardo….uffi!……ma anche quest’anno mi sono lanciata nelle semine di peperoncino,…avendo collezionato una vastità di semi degna di un vivaista!… 😀

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Con il metodo dei dischetti di torba pronta, poi collocati in due piccole teche con coperchio trasparente, ho messo:

4 Pimenta de Neyde (C. chinensis), un peperoncino nero bellissimo, piccantissimo e raro, che io adoro;
4 Capezzoli di scimmia (C. chinensis), una piantina deliziosa, con foglioline verde chiaro e peperoncini arancioni piccantissimi, a forma di …capezzolo?… 😀
4 Fatalii brown (C. chinensis), la versione marrone del famoso Fatalii giallo, un peperoncino inperdibile sia nel sapore che nella bellezza;
4 Peter Pepper (C. annuum), un peperoncino che ha riscosso un incredibile successo e mi è stato commissionato da amici e conoscenti!….hahahah….
4 Habanero orange (C. chinensis), un peperoncino famoso ma nella sua versione arancione, lucido, sempre bellissimo;
4 Fatalii (C. chinensis), il classico e intramontabile peperoncino giallo, bellissimo anche nella forma, oltre che profumatissimo e aromatico;
4 Aribibi Gusano (C. chinensis), un piccantissimo dalla forma rara e insolita, con peperoncini bianco latte, a forma di …larva!….:-D

4 Croentì (C. annuum) un peperoncino che ho amato per la sua forma allungata e pendula, come cornetto verdi e poi rossi, di media piccantezza;
3 Jaimito (C. annuum) piccoli frutticini rossi e verdi, piccanti, su una bella piantina ramificata;
3 Folletto (C. annuum) con piccantezza pressoché assente, questo pepper mi è piaciuto per la sua forma parecchio decorativa: è arancione, lunghetto e …ondulato!
3 Maldivian (C. chinensis), un peperoncino difficile da reperire, che ci tenevo a riprodurre: è bellisimo come un Habanero, forse più grande e dal sapore speziato e aromatico, oltre che piccantissimo!
3 Habanero White (C. chinensis) una delle tante versioni di Habanero, ho pensato che bianco non poteva mancare e ho scelto quella a frutti grossi;
3 Violetta (C. annuum), una delle più belle piante in assoluto, con frutti piccantissimi rossi e viola, su steli e foglioline nere, …uno spettacolo!
3 Hey (C. annuum) una piantina a frutti piccoli e piccanti, molto decorativa.

Si posizionano i dischetti negli appositi spazi dentro alla vaschetta, poi li si bagna con due o tre bicchieri d’acqua, e immediatamente assorbendola si gonfiano triplicando il loro volume. Si posiziona il seme singolarmente nel centro del dischetto, e lo si ricopre con pochissimo substrato, smuovendo appena la superficie. Ho messo le etichette per ogni fila e ho chiuso col coperchio.
Per il momento terrò le teche in casa, alla luce del neon anche di giorno se dovesse fare nuvoloso fuori. Vediamo quanto ci mettono (soprattutto i chinensis) a sbucare fuori.

Ho preparato poi una seconda grossa vasca di plastica, con vasetti un po’ più grandi, in cui mettere però il terriccio. Qui ho messo più di un seme per ogni alloggio….(non so se mi pentirò al momento del trapianto, ma la ingordigia di voler sfruttare più semi ha avuto la meglio…).

Nella vasca grande ho messo:

4 Peter Pepper
4 Capezzoli di scimmia
4 Aribibi Gusano
4 Pimenta de Neyde
4 Fatalii giallo
4 Habanero orange
4 Habanero White
1 Maldivian
3 Habanero red
2 Jaimito
2 Folletto

Pensavo di portare questa vasca nella serra in campagna,…la luce lì è un sogno..e le temperature di queste settimane (anche fino a 18° di giorno e sui 10° notturni) hanno reso la serra una culla di nascite precocissime.
Unica perplessità: da domani mettono un forte ribasso delle temperature, con notturne di poco sopra lo zero!…. :-(sarà meglio in serra o in casa coi suoi 20° stabili? Bella scommessa…….

Xmery.


 

Aggiornamento al 30 marzo 2014.

 

Fantastici, i miei bambini piccanti!!!!!

Il primissimo a spuntare (dopo soli 5 gg. è stato un seme di C. annuum ‘Folletto’….è una pianta precoce, che mi aspetto arrivi a fruttificare già in estate.

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Subito dopo è stata la volta di C. annuum ‘Croentì’ e a ruota, gran sorpresa! i due C. chinensis ‘Fatalii’ e ‘Fatalii brown’…due gran belle piante,…. li adoro, sia per i colori, brillanti e lucidi, sia per la forma molto esotica, l’aroma che accompagna il piccante potente!….e ora li amo ancora di più per questa precocità, questo spirito collaborativo.. 😀 che aiuta il seminatore inesperto e senza serra!…hahahaha…

In questi ultimi giorni di sole e caldo,….le vaschette rivolte contro il vetro della porta-finestra a est, hanno avuto luce in abbondanza, calore (la colonnina del mercurio è arrivata  a 30° col sole che filtrava dalla finestra!). Il coperchio si è rivelato perfettamente funzionale al suo triplice scopo: temperatura alta anche di notte a riscaldamento spento (18°) microclima di grande umidità all’interno, con aperture per ricircolo d’aria (l’altra vaschetta, che invece non aveva fori per l’aria,…ha provocato troppa condenza all’interno e c’è stato un principio di muffa nel terriccio…ora l’ho portata in serra in campagna, senza coperchio,…..vedremo se il danno sarà letale o meno!… e incrocio le dita!) e per ultima la luce, che non appena le piantine spuntano da sotto terra diventa il terzo fattore cruciale.

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fatto sta che nel giro di pochissimo, quasi tutti i germogli sono sbucati, molti sono lì lì per farlo e i primi coraggiosi hanno già le due foglioline ben formate: sono i cotiledoni che si sono appena liberati dalla capocchia del seme!….

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Cosa sono i cotiledoni- Erbe in cucina-

Nella prima vaschetta:

‘Folletto’ 2 germogli su 3 semi

‘Croentì’ 3 su 4

‘Maldivian’ 2 su 3

‘Jaimito’ 2 su 3

‘Habanero white’ 2 germogli si preparano ad uscire J

‘Violetta’ 2 su 3…sono scuri e sottilissimi come fili!

di ‘Hey’ ancora nessuna traccia!

 

Nella seconda vaschetta:

‘Fatalii’ giallo 3 su 4

‘Fatalii brown’ 4 su 4 !… 🙂

‘Capezzolo di scimmia’ 1 su 4

‘Habanero orange’ 1 si sta preparando a sbucare

anora no ‘Aribibi Gusano’

ancora niente ‘Peter pepper’

ancora niente ‘Pimenta de Neyde’

 

Della terza vaschetta grande metterò solo qualche aggiornamento, non essendo qui in casa a portata di mano, ma soprattutto…..bisognerà capire se riuscirà a sopravvivere alla muffa! 😦

Xmery.

 

aggiornamento al 22 aprile 2014 :

dopo un mese esatto, le due vaschette con coperchio forato che tengo in casa alla luce della finestra stanno procedendo molto bene!…. mantengo l’umidità nebulizzando ogni tanto in modo che i vasetti di torba non asciughino, il resto lo fanno da sé: la luce non manca e le temperature sempre comprese tra 20° e 25°…arrivano vicine ai 30° nelle mattine con sole a ridosso, ma poi trovano ristoro nel primissimo pomeriggio quando il sole gira…. (altrimenti penso cuocerebbero!).

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questa la situazione attuale:

Semine pepper (22 aprile 2014):

 

‘Croentì‘, ancora solo 3 su 4, ma le piantine sono cresciute, con la prima copia di vere foglie;

‘Jaimito‘, germogliati tutti, spuntate le prime vere foglie;

‘Folletto‘, i più precoci, ma germogliati solo 2 su 3, è spuntata già la seconda coppia di foglioline vere;

‘Maldivian‘, ne resta solo uno, un germoglio è rimasto intrappolato nel suo seme e non ha avuto la forza di liberarsene; la piantina rimasta è però splendida, ciccia, bassa e folta, con 5 foglie larghe;

‘H. White’, germogliati tutti, ma ho dovuto stavolta liberare un germoglio dal suo seme, per non vederlo morire come l’altro: ora cresce insieme agli altri;

‘Violetta‘, germogliati tutti, ma crescono lentamente, sottili e su un fragile gambo nero (delizioso!);

‘Hey’, anche se in ritardo sono germogliati tutti, con piantine alte e sottili, ma ben cresciute, con 4/5 foglie;

 

‘Pimenta de Neyde’, con grande mio dolore, non ha germinato per nulla…. 😦

‘Capezzoli di scimmia’, 2 su 4, con la prima coppia di foglie vere;

‘Fatalii Brown’, germogliati tutti, con belle piantine ben cresciute (4/5 foglie);

‘Peter Pepper’, che sembrava tardare rispetto agli altri, si è ripreso con 3 piantine nate su 4 che ora sono al pari delle altre, con 4/5 foglioline;

‘H.Orange’, germogliati tutti, con piantine piccine, come H. White, ma ben cresciute ( 3/4 foglioline);

‘Fatalii‘ giallo solo 3 su 4, le piantine sembrano un po’ più piccole del Fatalii Brown (3/4 foglioline);

‘Aribibi Gusano’, nulla,….. 😦

 

il bellissimo Capsicum annuum ‘Violetta‘ dalle caratteristiche foglie nere!:

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l’unico esemplare germogliato di Capsicum chinensis ‘Maldivian‘, già bellissimo fin da piccino:

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un germoglio che a fatica si libera del seme rimastogli intrappolato tra le foglie mentre cresce:

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ecco invece un germoglio che tenta…..:

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ma non riesce,..bisogna  inumidire il seme con qualche goccia d’acqua (magari a più riprese) e poi con estrema delicatezza cercare di romperne la superficie per toglierlo da lì,..senza rompere il germoglio, ovviamente!  😀

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Xmery.

Aggiornamento al 15 maggio 2014 (2 mesi dalla semina):

da circa un mesetto ho eliminato il coperchio trasparente alle due serrette che tengo in casa e di pomeriggio, quando non hanno più sole a est, le porto sul balcone a sud, dove possono goderne per  qualche ora ancora. Ciò che non ho calcolato è che se le piantine più cresciute ne hanno giovato, quelle invece ancora minuscole o troppo deboli hanno ricevuto il colpo di grazia! 😦 Avrei dovuto separarle e metterle ad esposizioni differenziate, più o meno in ombra!…..ma già è stato un traffico così, trasportare dentro e fuori ogni giorno e ogni sera le serrette,…non avrei potuto fare di più onestamente!….:-(

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Questa la situazione al 15 maggio 2014:

‘Croentì’: le tre piantine germogliate hanno patito tutte, 2 son già seccate, la terza ha mantenuto i cotiledoni verdi, ma le foglioline stanno seccando;

‘Jaimito’: 2 piantine ben cresciute con 7 foglie vere, e la terza molto piccina ma verde;

‘Folletto’: 2 piantine molto belle e grosse, sono già 10 cm. circa sarebbero già pronte da trapiantare;

‘Maldivian’: due piantina, di cui una è la più bella di tutta la semina, foglie larghe e verdissime, l’altra è sotto attacco afidi;

‘H.White’: 2 piantine ben cresciute, la terza molto piccola;

‘Violetta’: kaputt… 😦 piantine piccole e seccate pian piano nonostante l’acqua delle innaffiature;

‘Hey’: 3 piantine piccolette e un po’ sofferenti, ma comunque con 4/5 foglie vere;

 

‘Pimenta de Neyde’: nisba;

‘Capezzoli di scimmia’: di 2, una è secca 😦 e l’altra è troppo piccola per sopravivere, penso che la perderò 😦 ;

‘Fatalii brown’. 2 piantine grandi e sane, una più piccoletta, con 3 foglie,

‘Peter pepper’: di 3, una grossina con 6 foglie, una piccoletta con 2 foglie,….una morta afflosciata! 😦

‘H. Orange’: 3 cresciute poco, basse, ma ben formate con 3/4 foglie; una sta abortendo:la radice è troppo superficiale e fuoriesce quasi dal terriccio del dischetto….dovevo mettere il seme un po’ più in profondità?

‘Fatalii‘ giallo: 2 piantine piccole con 3 foglie larghette;

‘Aribibi Gusano’: nulla.

Xmery.

 

Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota.

21 venerdì Mar 2014

Posted by mery in Eventi., One song a day: la musica che mi accompagna.

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ayrton senna, brasiliano, imola, pilota F1

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Lucio Dalla e Luca Carboni- Ayrton- live alla trasmissione “La bella e la bestia”

Ayrton. (album”Canzoni” 1996)

Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada
anche se non è più la stessa strada
anche se non è più la stessa cosa,
anche se qui non ci sono piloti,
anche se qui non ci sono bandiere,
anche se qui non ci sono sigarette e birra,
…che pagano per continuare
per continuare poi che cosa…
per sponsorizzare in realtà che cosa.
E come uomo io ci ho messo degli anni
a capire che la colpa era anche mia,
a capire che ero stato un poco anch’io..
e ho capito che era tutto finto,
ho capito che un vincitore vale quanto un vinto,
ho capito che la gente amava me:
potevo fare qualcosa,
dovevo cambiare qualche cosa.
E ho deciso una notte di maggio
in una terra di sognatori
ho deciso che toccava forse a me
e ho capito che Dio mi aveva dato
il potere di far tornare indietro il mondo
rimbalzando nella curva insieme a me
mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”
e io ho chiuso gli occhi.
Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada,
anche se non è più la stessa strada,
anche se non è più la stessa cosa,
anche se qui non ci sono i piloti,
anche se qui non ci sono bandiere,
anche se forse non è servito a niente
tanto il circo cambierà città….
tu mi hai detto “chiudi gli occhi e riposa”
e io adesso chiudo gli occhi…

Nel giorno del 54° anniversario della nascita di Ayrton Senna, pilota brasiliano morto in gara sulla pista di Imola, il 1° maggio 1994.

Xmery.

Sale marino o salgemma? pro e contro.

20 giovedì Mar 2014

Posted by mery in I prodotti che amo.

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cloruro di sodio, oligominerali, sale marino, salgemma, saline italiane, saline nel mondo

Il sale marino, ottenuto per evaporazione dell’acqua di mare in stabilimenti appositi detti ‘saline’ grazie a un processo antichissimo, subisce nella nostra epoca trattamenti di raffinazione, che lo rendono bianco, privo di impurità e bello da vedere.
Per estrarre il sale marino, l’acqua del mare viene convogliata in vasche impermeabilizzate dette ‘evaporanti’ dove per effetto dell’evaporazione solare, o per evaporazione indotta con energia elettrica, l’acqua a mano a mano scompare per lasciare solo la salamoia, una pappa semisolida con una concentrazione di sale molto alta. A questo punto la salamoia viene trasferita in altre vasche chiamate ‘decalcificanti’, nelle quali si eliminano i sali di calcio, i sali meno solubili, i carbonati e i metalli pesanti; infine in vasche “cristallizzanti” nelle quali il cloruro di sodio si deposita nel fondo sotto forma appunto di cristalli.
Il cloruro di sodio, decalcificato e cristallizzato, viene quindi sottoposto a raffinatura, un processo di lavaggio con acqua pura, che estrapola il cloruro di sodio separandolo da qualsiasi altra sostanza presente (impurità). Infatti, il sale marino da cucina viene commercializzato solo può essere indicato come “puro cloruro di sodio al 99,5%”.

In Italia le saline più importanti sono quella di Cervia, in Romagna,
quella di Trapani, in Sicilia,
quella di Cagliari in Sardegna
e quella di Margherita di Savoia, in Puglia, che è la più grande salina d’Europa.

Il sale di rocca, o salgemma, viene ottenuto per estrazione, in giacimenti dove il cloruro di sodio si trova allo stato solido sotto forma di cristalli, in grotte che in genere sono ciò che resta di antichi mari che hanno lasciato i loro residui salini come fossili.
In questo caso il procedimento di estrazione del sale è molto più laborioso, occorrono scavi e molti più macchinari rispetto al processo di evaporazione (che avviene per lo più da solo durante i mesi estivi); inoltre il salgemma viene estratto in grossi pezzi e va quindi ulteriormente triturato e macinato per essere trasformato in forma commercializzabile. In alcuni casi si preferisce iniettare acqua nella profondità della grotta così da farla risalire come salamoia, per poi procedere con l’evaporazione indotta e l’estrapolazione del cloruro di sodio puro. Se sono presenti impurità, argilla, magnesio, carbonati, queste vanno allo stesso modo eliminate tramite un processo di raffinatura.
In Italia esistono numerosi giacimenti di salgemma tra cui i più famosi sono in Sicilia a Petralia,
Racalmuto e Realmonte, riuniti in un unico monopolio, quello dell’Italkali
e altri in Val di Cecina, in Toscana,
in Val d’Agri, in Basilicata
e a Crotone, in Calabria.
In Europa i più antichi giacimenti di salgemma sono in Austria, a Salisburgo (non a caso il nome tedesco della città, Salzburg, significa “borgo del sale”),
in Polonia nelle miniere di Wieliczka e di Bochnia,
in Spagna a Cardona vicino Barcellona,
in Ucraina con il tunnel di Solotvyno.
Nel resto del mondo troviamo depositi di salgemma in Tibet sull’Himalaya, a Namakdan in Iran, e in molte altre aree in Sudamerica.

Se a livello di sapore non ci sono grosse diversità tra sale marino e salgemma, la sostanziale differenza sta nei processi di lavorazione: il sale marino, per eliminare tutte le impurità, va creare un sale impoverito sia di iodio (naturalmente presente nell’acqua di mare) che di tutti quegli elementi minerali che possono essere benefici per l’organismo.
Il salgemma è cloruro di sodio allo stato puro e in molti caso non abbisogna di raffinature: questo lo rende più integro di minerali.
Il sale iodato, è sì restituito del suo contenuto di iodio, ma sempre attraverso ulteriori procedure di lavorazione.
In questa ottica, la scelta migliore è optare per un sale marino integrale, naturalmente ricco di iodio, e che non ha subito grosso processi di lavorazione, come il “fleur de sel” della Camargue o della Bretagna.

NB: resta inteso che il sale, così come lo zucchero, sono da considerarsi dei meri (tanto quanto ahimé indispensabili a certi palati!) insapori, ossia ‘apportatori di gusto’. Il cloruro di sodio e il saccarosio non sono in sé affatto necessari all’organismo, anzi spesso si rivelano dannosi specie se assunti in grandi e regolari quantità. Quindi, se da golosa impenitente sia di salato che di dolce, odio profondamente chi cucina insipido….mandando in vacca piatti favolosi,…..d’altra parte occorre farsene una ragione: sale e zucchero vanno usati con parsimonia e, come recitano i migliori manuali “bisogna riscoprire i sapori naturalmente presenti nei cibi e nelle spezie”. Amen e così sia.

Xmery.

Sali pregiati e particolari.

20 giovedì Mar 2014

Posted by mery in I prodotti che amo.

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cloruro di sodio, miniere di sale, pregiate, sale affumicato, sale blu di persia, sale grigio bretone, sale nero di Cipro, sale rosa dell'himalaya, sale rosso delle Hawaii, salgemme, sali integrali, sali marini

IMGP0431 xmery

Mi piacciono!…vuoi per le belle nuances dei colori, vuoi per l’idea che possano davvero avere gusti diversi e particolari!….ma li ho collezionati tutti!…. 

Sale nero di Cipro.

E’ semplice sale raccolto dalle acque dell’isola di Cipro, poi arricchito con carbone vegetale, che ne conferisce il colore tipicamente nero. Lo trovo ottimo per decorare, quando in vece del pepe nero è meglio usare solo il sale! …e naturalmente dove può starci quel che di ….carbonella?….ahahahah!

Sale rosa dell’Himalaya.

Forse il più bello, di sicuro il più conosciuto, questo sale è anche il più pregiato. Si tratta di una formazione cristallina senza additivi, che si è formata più di 200 milioni di anni fa (viene chiamato anche “sale fossile”) e che riaffiora naturalmente dalla terra. Non si tratta quindi di sale marino, ottenuto per evaporazione nelle saline, ma di sale di rocca (o salgemma) che viene estratto nelle miniere di Kewra, sull’Himalaya. Non è raffinato, quindi non è trattato chimicamente come avviene per il comune sale marino, che risulta impoverito di iodio e oligoelementi preziosi.
Avendo un gusto delicato, è indicato per pesci e carni bianche , ma anche per i piatti che mixano dolce e salato! Viene utilizzato anche nei trattamenti di benessere.

Sale blu di Persia.

Sono cristalli di salgemma provenienti dalle millenarie miniere della provincia di Semnan nel nord dell’Iran dell’Iran. E’ molto raro e la sua particolare colorazione è dovuta alla silvinite, un minerale grezzo contenente cloro e potassio, che normalmente si presenta di colore giallo o rosa ma che soltanto rarissimamente prende la tonalità blu. Ne risulta un sale con un gusto pieno e deciso, adatto a piatti saporiti, anche per quel suo – così indica la dicitura sull’etichetta- retrogusto speziato.

Sale rosso delle Hawaii.

E’ un sale marino dell’Oceano Pacifico, che nel normale processo di evaporazione lascia i suoi residui di argilla rossa di origine vulcanica (presente all’1%) conferendogli questo colore. E’ il tipico sale da tavola usato dagli hawaiani.
Ne risulta un sapore intenso e corposo, con retrogusto leggermente ferroso: indicato quindi per carni e pesci alla brace o arrosto. Macinato sul piatto è ottimo anche come decorazione.

Sale grigio bretone.

La colorazione grigiastra è dovuta ai residui di argilla con cui sono costruite le saline bretoni, sulla costa atlantica. Dal punto di vista nutrizionale il Sale Grigio di Bretagna, rispetto al sale marino tradizionale, è più ricco di sali minerali e più povero di sodio. Eccellente con le verdure bollite.

Sale affumicato della Danimarca.

Viene affumicato con il sistema tradizionale, al fumo di legno di quercia, ginepro, ciliegio, faggio e olmo rosso. Ottimo quando si vuole insaporire pietanze a cui si vuole dare il tocco dell’affumicato.

Xmery.

Lavori in corso: un giardino in campagna (2013).

20 giovedì Mar 2014

Posted by mery in Metamorfosi di un giardino in campagna.

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camapgna, giardino, lavori in corso, messa a terra, rose in vaso, terreno argilloso

 

Dallo scorso autunno, abbiamo cominciato un lento trasferimento delle rose che coltivavo in vaso, in piena terra, in un fazzoletto rettangolare prima adibito a erba  per i conigli e ora resosi disponibile per i nostri esperimenti giardinicoli.

Dalla necessità di questo trapianto (le rose e altre coltivazioni cominciavano ad essere sofferenti di quella sistemazione…..:-(  ) è nata l’idea di trasformare quel campo incolto in qualcosa di gradevole alla vista, di fruibile nei pomeriggi di sole dopo pranzo e in cui praticare con serenità l’arte del giardinare, seppur con poca maestranza e tanta voglia di imparare procedendo per prove ed errori!

Non appena il tempo lo ha permesso (ha fatto bello fino a novembre e le rose a stento sono entrate in riposo vegetativo!) …abbiamo trapiantato le seguenti piante, provando ad abbozzare una movimentazione dell’area. Questa la situazione in inverno:

P1010049 xmery

A-B-C: tre tale di rose rampicanti di Breeze… Rosa indica 2013(non sono ancora fiorite, penso il colore sia sul rosa, ma ho trovato pochissime info)

D: talea di Rosa ‘Charles Aznavour’ 2013 di Silvana, ora piccolina, spero in terra finalmente parta la crescita: diventerà un cespuglio di circa 1 mt. con fiori bianco con orlo rosato.

E: Rosa ‘Fantin Latour’ un cespuglio che non ha ancora raggiunto il suo massimo sviluppo in vaso, rosa centifolia di colore rosa tenue e freddo.

F: talea di Rosa ‘Clair Matin’ di Rosmarie, ora finalmente messa a terra, fiori semplici rosa aranciato con portamento rampicante.

con le rampicanti appoggiate a quella rete vorrei coprire in parte, o almeno alleggerire un po’, la vista sul passeggio galline, che so che alcuni amano a me è sempre sembrato tutto fuorché romantico!….
se le rose cresceranno oltre quel sostegno (alto poco più di un metro) penseremo a qualcosa di più alto che spezzi la lunghezza della siepe con dei punti di diversa altezza….

G-H: Rosa ‘Eyes for you’ viola/malva e crema, a cespuglio, e Rosa ‘Pacific Dream’ color malva, sempre a cespuglio.

a finire questo gruppo, manca la Rosa ‘Rhapsody in blue’, cespuglio un po’ più alto, con fiori viola malva….che avrei messo sullo sfondo delle prime due….

W: spostandoci verso est, ho piantato un piccolo glicine natomi da seme 5 anni fa….Wisteria sinensis,…non l’ho ancora visto fiorire,..e se attecchirà sviluppandosi finalmente, vedremo dove farlo arrampicare e se pensare a una struttura dedicata, tipo porticato….oppure se allevarlo ad alberello nei primi anni, per poi lasciare libero sfogo alla sua naturale irruenza…..

M: c’è una Magnolia x soulangeana, a fiori rosa chiaro e rosa scuro, penso sia la var. soulangeana….(sta mettendo questa primavera i suoi primi boccioli!… ) piantina presa alla Lidl a pochi euro, vedremo quanto e quanto velocemente crescerà,…ho ipotizzato per lei uno spazio di massimo un paio di mt in larghezza…. e una crescita lenta.

N: Magnolia stellata, classica a fiore bianco, che ha fiorito egregiamente in questi anni dentro al suo vasone, ma ormai cominciava a reclamare più spazio….. ipotizzo che la stellata resti più piccina della soulangeana….(spero di non aver sbagliato) perchè il mio punto di visuale immaginario è da dentro allo spazio verde…..(non dalla casa, per capire…o perlomeno è secondario).

S. nel punto indicato come S io vedo un albero, un punto focale importante che finisca il gruppo delle magnolie, e che continui estendendosi a sud, i punti alti del giardino (dove già cresce il Cedrus atlantica e l’ippocastano) anche se non posso raggiungere grosse altezze, per motivi Enel (ci passano sopra i cavi dell’alta tensione)….

l’ipotesi del salice, Salix babylonica, (a parte piacermi tanto in sè e a darmi un’idea non solo di romantici riflessi su specchi d’acqua, ma anche di pianta un po’ da campagna) nasce da quella zona di depressione in cui si formano laghi d’acqua quando piove….resta il dubbio che: quella zona è indicata per un salice o poi patirà la sete in estate (essendo il terreno argilloso e tendenzialmente poco permeabile) e ci affogherà quando piove?….resta il fatto che un po’ il terreno verrà ammendato, ma è chiaro che non posso ammendare tutto la spazio radicale di un intero albero,…dovrà cavarsela con quel che trova sotto!

O: nell’angolo a sud-ovest del rettangolo, immagino una zona con un secondo albero importante, in cui creare una zona di colori caldi autunnali, un mix di gialli, arancioni e rosso,….con alberelli, arbusti ed erbacee…..che anche nelle altre stagioni abbiano un loro senso cromatico, magari con fioriture sul rosa (riprendendo le rose della stessa tonalità sull’altro lato)…

mi piace la betulla (Betula pendula o Betulla alba) per il fogliame giallo in autunno, e quella corteccia chiara, bellissima anche in inverno con i cieli azzurri, persino con quella siepe così buia alle spalle…..vorrei un esemplare che si ramifichi in due o tre rami già dalla base, lo trovo molto bello coi rami nudi….

poi vicino vedrei bacche arancio, o rosse, quindi ho pensato a delle Pyracanta da allevare ad alberello, potandole a basso,….con delle Nandina domestica?

Mi è piaciuto molto anche un Cornus alba ‘Elegantissima’….con quei rami rossi invernali, foglia variegata e fiorellino bianco in primavera….

…e non disdegno neppure una Lagerstroemia indica, da noi comunissima, con fiori rosa in primavera, fogliame delizioso arancio in autunno e quella bella corteccia liscia e levigata per l’inverno….

O-P-Q-R: nell’ultimo spazio nell’angolo a nord-ovest ho già piantato un gruppo di rose rosse, rose che non amo particolarmente, ma c’erano e non se ne parla certo di buttarle….sono due Rosa ‘Astrid Grifin von Hardengerg’, una Rosa ‘Black Baccara’ e una rossa senza nome….tutte rose che la mia amica Cerchi adora, stecche come la morte ,…e che vedremo che effetto faranno messe lì insieme, ….o si fanno coraggio simulando un cespuglio o semplicemente moltiplicheranno la loro bruttezza… quando le vedrò fiorite, vedremo se poterle ‘vestire’ con qualche erbacea alla base….e minimizzarne lo scheletro (persino una semplice Lavanda potrebbe forse venir loro in aiuto….)

Xmery.

E beh?……….la nebbia?!

19 mercoledì Mar 2014

Posted by mery in seasoning: vivere lo scorrere delle stagioni.

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nebbia a marzo, nebbia in val padana, stagioni matte

P1010485 xmery

Stamattina al risveglio, l’immagine fuori dalla finestra è stata sconcertante: il prugnolo in fiore, una enorme nuvola bianca, non aveva come sfondo il solito azzurro terso del cielo di marzo, ma un indistinto grigiore sfumato e fumoso.
L’Emilia è terra di nebbie, nebbie feroci “che si tagliano col coltello”, ero solita sentir dire da bambina. Da novembre in avanti, tutte le strade che portavano a nord, verso la Bassa, divenivano fonte di rischio e paura, la nebbia che ti avvolge e ti confonde, togliendo ogni senso dell’orientamento stradale, specie se arriva a banchi improvvisi quando ormai non te l’aspetti. La nebbia da noi è sempre stata parte integrante dei nostri autunni, bigi e tiepidi, sempre filtrati da questa coltre soffusa.

Questo fino a qualche tempo fa. Da anni ormai la nebbia autunnale non la si vede più. E’ un evento, che ci trova impreparati e immemori.
Ma trovarsi un mattino grigio di nebbia a marzo, …francamente è davvero troppo!

P1010486 xmery

Xmery.

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