L’orto ad agosto (2020).
31 lunedì Ago 2020
31 lunedì Ago 2020
31 lunedì Ago 2020
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Aloysia citriodora, basilico viola, Cayenna, erba cedrina, erba luigia, gazania in fiore, Jalapeno, orto a luglio, peperoncini a luglio, peproncino giallo Hot Lemon, pomodorini a luglio
Eccoci a luglio, l’orto ormai avviato a tutta birra, la produzione di pomodorini è stata strepitosa.
Alla fine del mese, con un mese di ritardo, anche le piccole piantine autoseminatesi dallo scorso anno nella fila dei piselli (ahimè, ormai seccati e defunti) sta maturando i suoi primi frutti.
29 venerdì Mag 2020
Dopo un mese esatto dalla messa a dimora delle piantine nelle nostre casse, i pomodori la fanno già da padrone. Dopo 15 giorni ho messo già le aste ondulate in acciaio per sostenerle e nell’ultima settimana si sono proprio alzate ed allargate tantissimo, tanto da farmi come sempre pentire del poco spazio lasciato tra una piantina e l’altra, nonostante all’inizio sembrassero rade e la cassa così spoglia! E’ avvenuta la fioritura e i primi fiori stanno già fruttificando. Aspetto una produzione abbondante!
16 sabato Mag 2020
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coltivare piselli, cominciare un orto, erbacce selvatiche, infestante potentilla, infestanti, infestanti nell'orto, l'orto a marzo, orto in casse, orto in città, ripulire l'orto
Ogni anno vedere le mie casse di orto rimesse a nuovo, organizzare la nuova stagione produttiva, ha un fascino unico, un misto di entusiasmo e fatica che mi rivitalizza. Il clima mite primaverile poi riesce a rendermi estremamente piacevole anche il sudore. A marzo si comincia a dare un’occhiata giù, per vedere dopo l’inverno quante erbacce sono cresciute, una volta che le temperature si fanno più miti. Poi ci si prende coraggio e si procede a togliere tutto ciò che non è gradito, le maledette infestanti che si insinuano ovunque. Questo passaggio è importate, se non si vogliono usare prodotti chimici ed io ci tengo a raccogliere verdure davvero bio.
02 lunedì Lug 2018
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cimice a righe, cimice degli orti, cimice rigata rossa e nera con puntini neri sul ventre, cimice rossa, cimice rossa e nera, cimice su infiorescenza di carota, colorazione d'avvertimento, Graphosoma italicum, Graphosoma lineatum, minstrel bug, ssp italicum, ssp lineatum, striped bug
Le cimici in generale in inglese sono ‘shield bug’ (insetti con lo scudo). Ma questa è conosciuta anche con il nome comune di ‘Striped bug’ (insetto a righe) o ‘Minstrel bug’ per ovvi e intuitivi motivi, vista la livrea colorata che si ritrova e che la fa assomigliare davvero a un cantore medievale che si esibisce nelle corti per divertire il pubblico. Righe sul dorso e puntini sul ventre, davvero un costume degno di un menestrello.
E’ così che l’ho vista tra gli abitanti occasionali nel mio Orto a inizio giugno, quando le temperature ancora non toccavano i 30°. Questo animaletto spudoratamente sgargiante coi suoi colori vivaci si aggirava sui fiori delle carote dello scorso anno, dimenticate e lasciate andare a seme. Mi sono avvicinata curiosa. Solo un daltonico grave sarebbe riuscito a non notarli, rosso sul verde della vegetazione, e loro incuranti di questa grave mancata capacità di mimetismo, si accoppiavano spensieratamente. 😀
Il maschio (l’ho immaginato maschio visto che si posizionava sopra a quella che ho ipotizzato essere un esemplare femmina) aveva un’antenna spezzata e girava arrampicandosi sui gambi e sulle foglie, con le 6 zampette nere dall’incredibile capacità prensile! Poi intercetta la femmina, con disinvoltura le si avvicina e le monta sopra come se lei fosse un tappeto che attendeva il suo passaggio. Questa si accorge di avere qualcosa che le cammina in groppa, con altrettanta nonchalance lo sfanculizza e si sposta altrove. 😀 Non so dire se Antenna Monca abbia un passato glorioso di lotte tra guerrieri maschi per la conquista delle femmine e del diritto di accoppiarsi, al fine di perpetrare i propri geni. Non so come funziona nel mondo delle cimici. So che per molte specie la politica vincente è riprodursi semplicemente il più possibile, più volte possibile, e che la numerosità della prole messa al mondo è ciò che garantisce il successo genetico, se la mortalità è molto alta.
E nel mio Orto, la mortalità delle cimici che mi mangiano i fiori, sì, è decisamente alta. (Cattivissima me!) Specialmente se hanno una sgargiante livrea rossa e nera a righe, che le rendono visibili perfino da lontano. Mi dispiace, ma la selezione naturale oggi ha punito le caratteristiche non adattive della specie. Splash. Non c’è cattivo odore come meccanismo di difesa, che possa scoraggiare il predatore incazzato nel suo orto!
La sola cosa che mi dispiace è che le sorelle ancor più bastarde color verde (Nezara viridula) così perfettamente mimetizzabili nella vegetazione e ancor più quelle asiatiche (Halyomorpha halys) che negli ultimi anni hanno preso il sopravvento sulle cugine nostrane, saranno invece difficilissime da scovare e se la rideranno sotto i baffi (con le loro livree vincenti) ai miei inutili tentativi di sterminale dalla faccia della terra.
Benedetta selezione naturale, …che non tiene conto dei miei desideri.
Note:
l’attuale tassonomia della Graphosoma ne indica due sottospecie, distinguibili dal colore delle zampe, dalla intensità del rosso sul dorso e dalla zona di diffusione.
Graphosoma italicum (sin. lineatum) ssp. italicum: zampe nere (tranne a volte la terza falange), dorso rosso e diffusa al Nord Italia ed Europa. E’ questa nella foto sottostante.
Graphosoma italicum (sin. lineatum) ssp. lineatum: zampette arancio, dorso rosso aranciato, antenne marroni e diffusa in Sud Italia e Sardegna. Qui al nord è improbabile vederle.
Sono tipiche degli orti, in quanto parassitano fiori di carota, prezzemolo, anice e girasoli. Ma oltre ad essere più rare, sono meno dannose delle cimici verdi, purché l’infestazione non sia molto massiccia.
Sotto al dorso cheratinoso, le cimici nascondono ali che permettono loro di volare all’occorrenza. Il fatto che le usino solo raramente e non come mezzo di fuga, sta a significare che i loro stratagemmi di difesa sono altri. Se ci si avvicina a una cimice, lei prima se ne sta immobile, poi forse si lascia cadere, ma non usa le ali se non in casi di estremo pericolo. E nel momento in cui si sente acciuffata emana il suo diabolico olezzo, l’arma letale che l’ha portata a sopravvivere fin qui.
Inoltre, questo rosso sgargiante così ben visibile nella vegetazione si è scoperto avere una sua ben precisa funzione. Viene chiamata colorazione d’avvertimento, poiché dopo qualche brutta esperienza, i predatori di queste cimici se ne tengono intenzionalmente alla larga, riconoscendole da lontano, dal colore appunto. L’uccello non toccherà un tale insetto perché immangiabile e il ragno si affretterà a sbarazzarsi di quello che è stato catturato accidentalmente nella sua ragnatela. Ben presto la cimice scopre che si può essere al sicuro anche senza nascondersi. Anzi questa sua colorazione così audace attira l’attenzione dei giardinieri, sempre con l’occhio attento a proteggere il proprio raccolto, e il fotografo curioso, che con il suo obiettivo entra in un microcosmo a spiare per un po’ che succede in quel mondo spesso a noi invisibile.
Una interessante carrellata di cimici variamente disegnate, per imparare a riconoscerle, su:
Xmery.
31 sabato Mar 2018
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erba calenzuola, erba spontanea a marzo, erba tossica, erba verdona, fiore verde, latte della donna pazza, lattice irritante, Madwoman's Milk, spontanee in Emilia Romagna, spontanee in Pianura Padana
Questa è stata, ricordo, la prima piantina che attirò la mia curiosità mentre stavo inaugurando la mia nuova macchina fotografica. Era a gruppetti in un prato, uno strano fiore con il suo verde acceso che spiccava sul resto, anche se io non lo avevo mai notato prima di ollora. Lo fotografai, poi ne cercai il nome sul Forum di Giardinaggio che frequento e da lì, credo sia nata la passione per le spontanee che ancora mi porta a chinare lo sguardo camminando, per catturare piccole forme di vita selvatica, cresciute senza l’ausilio di nessuno.
La E. helioscopia sembra che rivolga sempre la sua infiorescenza verso il sole. Viene chiamata anche ‘Erba verdona’ o ‘lataròl’ in dialetto romagnolo.
Infatti tutta la pianta è considerata tossica a causa della presenza di un lattice amaro e appiccicoso che scorre in tutte le sue parti. E’ irritante al semplice contatto cutaneo, tossico se ingerito. In campagna lo si usava per bruciare le verruche. A causa di questa tossicità gli animali da pascolo quando se ne nutrono, come le capre, producono poi latte dal sapore amaro, che resta anche nel formaggio. Il nome inglese per questa pianta mi ricorda proprio questa particolarità: ‘Madwoman’s Milk’, il latte della donna pazza!
Pensare che è una piccola erbacea dall’aspetto così grazioso! Alta da 10 fino 40 cm (ma ci sono anche forme nane) a fusto unico, eretto (ma a volte anche prostrato) e di colore più o meno rossastro.
L’infiorescenza apicale a forma di ombrella si chiama ‘ciazio’ (che significa ‘coppa da spumante’). Così affascinante in tutte quelle tonalità di verde, da sembrare un insolito e bellissimo fiore, è fatta in realtà di 5 brattee verdastre e lisce, che proteggono i fiori al loro interno. Si tratta di fiori sia maschili sia femminili, che hanno solo gli organi riproduttori, niente di più dell’essenziale. Quando il fiore femminile è impollinato dagli insetti pronubi, si ingrossa il frutto, una capsula verde e liscia a tre logge interne, che ospitano un seme ciascuna. Quando poi la capsula è matura assume una colorazione rossastra su un lato e scoppia, facendo fuoriuscire i semi, di forma irregolare, ovali e rugosi.
Fiorisce da marzo a ottobre e io la ritrovo ad ogni primavera nei prati ancora giovani, insieme alle Veroniche e alle pratoline che annunciano il bel tempo ormai in arrivo.
Tavola illustrata e spiegazioni del Prof. Dr. Otto Wilhelm Thomè (presa da Wikipedia).
Xmery.
31 domenica Dic 2017
Posted L'orto e i suoi frutti.
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pomodorini a dicembre, pomodorini in inverno, pomodorini maturati appesi a un vetro, pomodorini maturati in casa, pomodorini maturati in inverno, pomodorini Piccadilly
E’ il problema di tutti coloro che si dedicano all’orto: come conservare il frutto del proprio lavoro, quando il freddo incombe e le verdure sulle piante sono quasi a maturazione… ma il sole, né le temperature ormai sono più sufficienti? Le lasci, le lasci ancora un po’, ancora qualche giorno, anche se le ore di luce sono poche, se le sere sono fredde e la bruma spesso porta le foglie ad ammuffire. Ma i frutti no, loro fino alla fine sembrano voler resistere, a dispetto della stagione avversa sempre più inesorabile.
Lo scorso anno ho provato con successo a portare a maturazione i peperoncini ancora verdi, tenendoli in terrazza vetrata, alcuni in un vaso d’acqua, altri semplicemente tenendoli all’asciutto, ma al sole del pomeriggio. E devo dire che ha funzionato. In 10/15 giorni i frutti verdi sono arrivati a maturazione e ho potuto essiccarli per le scorte invernali.
Quest’anno, all’ultimo raccolto dei pomodori, ho deciso di provare lo stesso sistema. Quando ormai ho capito che anche i frutti verdi sulla pianta sarebbero andati distrutti dalle prime gelate serie, circa a fine novembre, ho raccolto tutto ciò che c’era, sicura che il mattino dopo non avrei trovato più nulla di commestibile. Con i pomodorini verdi ho fatto tante salse e marmellate (soluzione interessante, che non avevo mai provato!) e con i pomodorini Piccadilly ho tentato la tecnica della maturazione in casa, al sole della finestra al mattino.
Bene, hanno veramente gradito la premura e già dopo poche settimane, a metà dicembre, avevo i miei pomodori appesi e rossi come preziose primizie fuori stagione! Ah, la soddisfazione di mangiare quella mozzarella con pomodorini e basilico freschi!….(perché…..ebbene, sì….sto tentando di coltivare anche piccole piantine di basilico, appese al vetro, sempre pronte all’uso! 😉 vi racconterò come nei dettagli).
Xmery.
01 venerdì Set 2017
Posted Insetti amici del giardino.
in
Questi mesi estivi, con le loro ricorrenti ondate di caldo africano, dai mitologici e pittoreschi nomi (quest’anno è arrivato Caronte, Polifemo, poi addirittura Lucifero in persona…che noi, i tornado americani risaputamente chiamati per nome, ci fanno una pippa!)…beh, dicevo, che questa estate ha stremato le piante oltre ogni limite. Sono seccati alberi già adulti, arbusti forti e già affrancati, i fiori delle balconette deceduti uno dopo l’altro. Anche le verdure nell’Orto si sono ammalate, colpite da queste insolite e prolungate temperature che per giorni si sono avvicinate ai 40 gradi.
Prima il mal bianco, poi le cocciniglie, ma mi sono ostinata a non voler dare nessun prodotto, né sulle foglie, né a terra, né chimico, né biologico, nulla di nulla. In compenso, ho avuto il piacere di vedere arrivare in mio aiuto un plotone di piccole coccinelle gialle, che si sono insediate sulle larghe foglie delle zucchine, piene di polvere di Oidio, come nel Paese di Bengodi. 😀 Qui si riproducevano e pappavano a volontà.
Strappavo via le foglie più colpite, facendo attenzione a scrollare e lasciare le piccole sulla pianta, in modo che continuassero il loro prezioso lavoro. Alla fine anche l’oidio è stato sconfitto e a me è rimasto il piacere di mangiare frutti sani e davvero non trattati!
Ecco la simpatica bestiolina, tutta gialla a pois neri. La caratteristica è che ha sia le ali (le elittre) che il torace (il pronoto) gialli, non come le classiche coccinelle rosse. Inoltre appaiono più piccine. Questa qui sotto doveva essere una femmina, dalla colorazione giallo uniforme:
Mentre qui sotto un esemplare maschio: testa e torace appaiono giallo chiaro:
Leggendo in rete:
Psyllobora vigintiduopunctata è un coleottero appartenente alla famiglia delle Coccinellidae.
La coccinella adulta ha dimensioni comprese tra 3 e 5 mm. Le elitre hanno un fondo di colore giallo acceso con 11 (a volte 10) puntini neri ciascuna. Il pronoto (primo segmento toracico) ha anch’esso colorazione gialla con 5 puntini neri.
Le antenne e gli arti hanno colore giallo più scuro, il bordo esterno della tibia è nero. Il periodo di attività va da marzo alla fine dell’estate. I maschi sono distinguibili dalle femmine in quanto hanno il pronoto con una colorazione più chiara, quasi biancastra. Le femmine hanno invece un’intensità di colore uniforme in tutto il corpo.
La larva ha un corpo molliccio con forma ovoidale. La colorazione è simile a quella dell’adulto, presenta infatti fondo giallo rivestito da numerosi puntini neri, con testa e arti completamente neri. Sono inoltre presenti delle scure estroflessioni in corrispondenza delle macchie nere.
Sia gli adulti che le larve si nutrono principalmente di afidi e fumaggini, microscopici funghi parassiti che ricoprono le foglie con una sottile patina bianca. È un insetto dalle abitudini diurne anche se è reperibile anche di notte.
Xmery.
31 giovedì Ago 2017
Posted Insalate., L'orto e i suoi frutti.
inQuest’anno sono loro, i Datterini gialli, i campioni della stagione 2017 nel mio Orto Giardino. Belli, bellissimi, sia sulla pianta che troneggia rigogliosa in compagnia della menta e del basilico, sia poi nel piatto. Cosicché questa estate si sono prestati a una miriade di piatti freschi e coloratissimi. Qui un’invitante insalata di datterini, ravanelli e rose di zucchine crude, contornano una formella di Robiola, conditi con pesto alla genovese e olio evo (niente sale, il Pesto già è saporito).
Xmery.
20 giovedì Apr 2017
Ecco in un baleno, dopo un febbraio sempre troppo breve e truffaldino, arrivare marzo. Il mese in cui riorganizzare in fretta le idee, in cui azzardare progetti e lanciarsi per partire con nuove imprese.
Dopo il successo dello scorso anno, come potevo abbandonare l’idea delle casse coltivate nel giardino condominiale? No di certo…anzi, ne aggiungeremo una in più e saranno sei. Direi di accantonare per un attimo la produzione di peperoncini (con tutto quello seccato lo scorso autunno direi che possiamo andare avanti e raggiungere la vecchiaia! :-D) e di provare con le orticole vere e proprie!…Quindi avanti tutta con zucchine, melanzane e pomodorini …i classici dell’orto padano! Direi di mettere anche le erbette verdi per il soffritto, carote, sedano e prezzemolo …che mi ricordano i primissimi miei tentativi di bambina ai fornelli! Rapanelli e cetriolo per le misticanze estive, da aggiungere all’insalata, sì! Ecco, anche l’insalata allora….. Che manca ancora nel mio orto immaginario? Ci sono: una pianta di rabarbaro!….Lo sogno da anni ormai e non c’è verso di trovarlo da noi!…Bene, allora lo coltivo da me!e sulla forca i fruttivendoli svogliati! 😀 (che “è troppo costoso, è difficile da trovare, no non lo teniamo”…)
Poi aromatiche a gogò, il basilico non deve mancare (e in terra ho appurato che prospera in modo svergognato! :-D) l’erba Luigia neppure, irrinunciabile il suo aroma limonoso, la Maggiorana è sopravvissuta all’inverno insieme alla Rhuta, spero ritorni il Macaone a farmi visita! La Mentha, in tutte le sue varietà, ha preso definitivamente possesso del terreno, vedrò quanta tenerne dentro alle casse (forse negli angoli) e col resto farò nuovi vasetti. Anche il Timo sembra sopravvissuto, sia quello argenteo che quello verde.
E poi fragole, fragole a non finire, moltiplicatesi per stoloni dallo scorso anno…voglio mangiarne a sazietà inaugurando maggio!
Mi serviranno poi piante amiche, il falso Incenso per non morire sotto i morsi delle zanzare a luglio e agosto, Tagete e Calendula per difendere le orticole dai parassiti …e fiori attira farfalle!
Ecco, l’Orto Giardino ha preso forma della mia immaginazione… 🙂
E ora, tiriamoci su le maniche e cominciamo!