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Tikibombom- Levante (2020)

26 mercoledì Feb 2020

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

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Tag

diversità, Levante, omologazione, pensiero divergente, Sanremo 2020, Tikibombom

 

20200208_230344 xmeryGuardando un po’ annoiata anche quest’anno il Festival di Sanremo, mi è subito saltato all’orecchio questo brano di Levante.

Testo potente, fatto di immagini veloci ed evocative, scandite in rime incalzanti.

“Ciao, tu, animale stanco, Sei rimasto da solo, non segui il branco”

L’andare controcorrente, il coraggio che comporta uscire dagli schemi di appartenenza al gruppo, essere in grado di stare soli e saper pensare in modo autonomo: sono richiami antichi che mi somigliano da sempre!

“balli il tango,

mentre tutto il mondo

muove il fianco sopra un tempo

che fa tikibombombom”

E’ bastato questo incipit a disegnarmi un sorriso appena accennato sulla faccia: ok, ascoltiamo con attenzione, qui c’è roba interessante! 😀

Il resto del mondo non balla, ma soltanto “muove il fianco” come se nei vari tikibombom del momento non ci fosse altro scopo che far dimenare scioccamente la massa, darle un pretesto per non pensare. Non chi balla il tango. Una danza che prevede un profondo ascolto di sé, del proprio sentire, un fuoco di passione che si esprime in gesti e musica.

Le anime indifese diventano panni stesi ad asciugare, svolazzano senza alcun controllo, a seconda di come tira il vento (un vento arido e senza emozioni) ancorate come sono dalle mollette al filo delle opinioni altrui, ormai arrese al bisogno di adeguarsi a ciò che dice e pensa l’altra gente.

(“arresa, stesa, al filo teso…” le assonanze incalzano il ritmo, facendo diventare il messaggio urgente e importante!).

Le aspettative della società sanno far male e sgretolare chi è diverso, ma non ha la forza di difendere il suo diritto ad esistere per ciò che è. Lo fanno a furia di impellenti giudizi e richieste di omologazione: “femminuccia, fai il maschio, e vergognati se indossi abiti con gli strass!”

E tu donna, sempre troppo qualcosa… troppo colta, troppo ribelle e spregiudicata, troppo ingenua, ma soprattutto (come una sferzata! che ti riporta al punto di partenza) “Quella gonna è corta!”

Come in una (sempre attuale) Inquisizione a caccia di streghe e peccatori, … “Abbraccia la croce! Abiura i falsi dèi, convèrtiti all’unico dio! E rinuncia a Satana”, a tutto ciò che si discosta dalla strada segnata. Il pensiero dominante e la morale si impongono con la stessa forza punitrice, arrogante e cieca di violenza delle religioni.

E allora diamo voce al coro degli esclusi, degli additati, dei marchiati a fuoco con bollo rosso della vergogna “Not approved”.

Diamo forza a chi non ce l’ha, a chi un tempo ce l’aveva ma ha rinunciato, schiacciato da chi a tutti i costi ti vuole “trascinare giù con sé” nel suo vuoto di sogni e di identità. Dove tutto è ben omologato e funzionante e non c’è spazio per la individualità, la diversità, il pensiero divergente.

Diventa inno poetico e struggente, questo canto corale.

“Siamo luci di un’altra città, siamo terre mai viste prima”. Siamo il nuovo che fa paura e fa tremare lo status quo, tra stupore e negazione.

“Siamo il vento e non la bandiera”. Siamo la forza che spinge, non oggetti inerti sotto le volontà altrui.

“Siamo chiese aperte a tarda sera”…una solitudine che si fa accoglienza silenziosa e discreta, lontano dai fasti dei riti, dalle facciate d’oro delle Basiliche gremite di anime per lo più vuote e servili.

“Siamo l’amen di una preghiera” …necessari a dare senso al tutto. Il punto alla fine della frase. L’assenso finale senza il quale perfino le parole che salgono al cielo non sono complete.

Dopo Sanremo ho guardato anche il video della canzone. Bellissimo. Lei che ‘parla’ il suo messaggio guardandoti dritta negli occhi, contornata da volti che la accarezzano in un groviglio di umanità. E passi di danza dove mani e corpi si inarcano verso l’alto. Ambientazioni suggestive, tra tagli di luce e buio. Gran bel video, e lei lo dirige magistralmente, giocando da protagonista ma tenendo l’attenzione sul messaggio, gli altri.

Ho scoperto una artista che non conoscevo bene. Mi piace la sua bellezza, non scontata. I lineamenti del volto da dea greca, fisico asciutto ma sinuoso, le movenze da rapper ma contaminate da una grazia da vestale, complici le lunghe vesti e i capelli sciolti fino quasi alla vita.

Di questo strano Festival, tra vecchiume, un ovvio senso di rifiuto e quel piccolo residuo di curiosità, mi resterà questa bella esibizione. (Bello anche il trio Levante, Francesca Michielin e Maria Antonietta, nella proposta cover di ‘Si può dare di più’: l’hanno resa quasi credibile anche trentatré anni dopo!)

Xmery.

Tikibombom (testo)

Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Hey tu, anima indifesa
Conti tutte le volte in cui ti sei arresa
Stesa al filo teso delle altre opinioni
Ti agiti nel vento
Di chi non ha emozioni
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Laggiù, tra cani e porci,
Figli di un Dio minore pronti a colpirci
Per portarci giù con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Ciao tu, freak della classe
“Femminuccia” vestito con quegli strass
Prova a fare il maschio
Ti prego insisto
Fatti il segno della croce e poi
Rinuncia a Mefisto
Hey tu, anima in rivolta
Questa vita di te non si è mai accorta
Colta di sorpresa, troppo colta
Troppo assorta, quella gonna è corta
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo angeli rotti a metà
Siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo l’ancora e non la vela
Siamo l’amen di una preghiera, siamo noi.
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom

La vita che mi si agita in testa.

12 mercoledì Feb 2020

Posted by mery in pensieri di notte

≈ 2 commenti

Tag

gatta nera in testa, ipomee e gatta nera, pensieri in testa

ragazza con libri, fiori e gatta nera in testa

Questa immagine presa in rete (non ne conosco l’autore, o l’autrice, e se qualcuno mi segnalasse la sua provenienza, lo citerò immediatamente) mi rispecchia davvero tanto.

L’ho trovata da subito così verosimile che, facendo scorrere per la prima volta sullo smartphone l’immagine, dall’alto verso il basso, ricordo che ho trovato plausibile l’esistenza (autonoma, ancora non vedevo cosa c’era sotto) di tutto quel brulicare di cose vive, dialoganti tra loro e in perfetta armonia! Tale che solo alla fine, quando il volto umano compare, il fatto che si capisca dove tutti quei pensieri stanno comodamente alloggiati, mi ha chiarito che sì, davvero tutto torna!

Le cose che anch’io ho, sparse e fluttuanti, per la testa sono molto somiglianti a queste!… papaveri, ipomee azzurre, matite, quaderni, libri alla rinfusa e sempre pronti all’uso, un mondo di cassetti neutri sullo sfondo, in cui ogni tanto con diligenza provare a mettere le cose al loro posto, se non addirittura in ordine alfabetico!  ….e una gatta nera, perfettamente a suo agio in tutto questo colorato marasma, la cui beatitudine mi riappacifica e fa svanire i miei sterili propositi di geometrie perfette.

Solo una cosa “non è proprio uguale” (cit.) e sono, ancora, come nella famosa canzone, gli occhi di lei. Un po’ troppo tristi, lontani e con un’ombra di passiva rassegnazione.

I miei no, non sono occhi come quelli.

Guardano in su a far confusione coi pensieri, coi progetti, sono mobili come una bimbetta che rincorre farfalle col retino o fissi come un marmocchio che sta per studiare la sua marachella, occhi che ascoltano le idee passare e le disegnano in quello spazio infinito che sta lassù, tra i capelli e il cielo (semi-cit! 😀 ).

cartoon3-crop xmery

Xmery.

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