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~ uno spazio interiore fatto di colori, profumi, pensieri e vibrazioni del cuore.

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Archivi Mensili: aprile 2015

Nine million bicycles in Beijing (2005).

26 domenica Apr 2015

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

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2005, Katie Melua, nine million bicycles in Beijing, ocarina e flauto

Nine million bicycles in Beijing – Katie Melua (Piece by piece – 2005)

Questa canzone mi lascia nell’imbarazzo… nella feroce indecisione tra il rigetto di rime melense, talmente prevedibili e preconfezionate da risultare fastidiose…… e lo spudorato desiderio che flauti e ocarine rubate a favole orientali possano semplicemente raccontare di ciò che c’è nel cuore….it’s a fact …just a fact I can’t deny…. that I still love you right this way.

“There are nine million bicycles in Beijing (Pechino).

That’s a fact,

It’s a thing we can’t deny,

Like the fact that I will love you till I die.

We are twelve billion light- years from the edge

(dal limite dell’universo osservabile).

That’s a guess,

No-one can ever say it’s true,

But I know that I will always be with you.

I’m warmed by the fire of your love everyday,

So don’t call me a liar,

Just believe everything I say.

There are six billion people in the world.

More or less,

And it makes me feel quite small

But you’re the one I love most of all.

We’re high on the wire (fili elettrici)

With the world in our sight

And I’ll never tire (stancarsi)

Of the love that you give me every night.

There are nine million bicycles in Beijing.

That’s a fact,

It’s a thing we can’t deny,

Like the fact that I will love you till I die.

…and there are nine million bicycles in Beijing…

….and you know that I will love you till I die…..”

Note:

Commentando la strofa della canzone che si riferisce ai milioni di anni luce dall’universo osservabile, lo scienziato Simon Singh critcò sul Guardian la cantante naturalizzata britannica, dicendo che quella frase costituiva un implicito attacco alla presunta mancata accuratezza ai calcoli che i cosmologi effettuano sull’universo (“It’ a guess”….).

Katie Malua rispose molto ironicamente con una nuova strofa, più attenta alla sensibilità degli studiosi offesisi, che faceva più o meno così:

“ Siamo a 13,7 miliardi di anni-luce dal bordo dell’universo osservabile;
È una buona stima, con margini di errore ben definiti,
E grazie a queste informazioni disponibili, prevedo che starò con te per sempre »

Ahahahha… al che tutti convennero che la licenza poetica del testo le sarebbe stata perdonata!

Xmery.

Pane semplice.

22 mercoledì Apr 2015

Posted by mery in La panificazione, un fascino antico e ritrovato.

≈ 2 commenti

Tag

incordatura del pane, pane con licoli, pane semplice

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Finalmente ho rifatto di nuovo il pane,….

Prendendo spunto dalla ricetta di Serena Giovannini, semplificata al massimo nei procedimenti e nei tempi di lievitazione, è nato questo pane, molto simile a una ciabatta, soffice e alveolata nella mollica, con crosta fragrante fuori… Risultato molto apprezzabile!

Pane semplice- Golosando serenamente- 

Ingredienti:

300 gr. di farina Manitoba Spadoni (13,5%)

250 gr. acqua naturale

30 gr. licoli ben gonfio (4 ore dopo il rinfresco)

15 gr. sale (2 grossi pizzichi)

15 gr. olio e.v.o.

Procedimento in breve:

Impasto gli ingredienti, ottengo un impasto molle, che lavoro con molte pieghe in ciotola. Riposo a 23° in cucina.

Dopo 1 ORA passo l’impasto sul tagliere, pieghe a tre, finché si rassoda. Ne faccio una palla e la lascio lievitare sul tagliere, coperta dalla ciotola (23°).

Dopo 5 ORE la palla si è appiattita sotto alla ciotola (non sembra un gran bel segnale! Temo sia sovralievitata…)….altre pieghe a tre. Formo un filone. Do i tagli e lascio di nuovo lievitare in teglia.

Dopo altre 3 ORE il filone occupa tutta la teglia e inforno. 250° scalando fino a 180° per 1 ora.

Procedimento in dettaglio:

h. 24.30: Impasto gli ingredienti seguendo l’ordine dell’elenco: farina, acqua in centro, tanta finché basta a ottenere un impasto molle, poi il lievito e comincio a fare le prime pieghe in ciotola* per incordare. Da subito uso un cucchiaio.

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Aggiungo anche il sale, lo incorporo:

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e poi una manciata d’olio tra le mani, con cui cominciare a lavorare l’impasto, staccandolo pian piano dai bordi. Lavoro a pieghe in ciotola finché l’impasto risulta un po’ più compatto e non si attacca più ai bordi della ciotola.

Alla fine appare così:

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h. 1.00: Lascio riposare 1 ORA in ciotola a 23°.

h. 2.00: Porto l’impasto sul tagliere ..:

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…e do diversi giri di pieghe a tre, aiutandomi con un po’ di farina tra le mani.

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Infine procedo alla pirlatura, chiudendo bene la palla in sotto lungo i bordi.

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E la lascio lievitare sempre in cucina a 23°, coperta dalla ciotola (5 ORE).

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h. 7.00: Trovo l’impasto gonfio ma “seduto”! cioè si è appiattito in orizzontale, e temo che sia un segnale di sovra lievitazione… 😦 .

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Con cautela prima lo stacco dal tagliere mettendo farina sul fondo, ..:

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poi procedo facendo altre pieghe a tre, in modo da dargli un po’ di consistenza verticale, piega dopo piega,… e alla fine funziona, perché l’impasto è ben incordato e tiene!

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Dopo poco ottengo una palla consistente che chiudo a forma di filone. Lo posiziono con garbo nella teglia in cui cuocerà, con sotto carta da forno (la semola me la sono dimenticata!!!…..uff….).

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A sentimento, cospargo di semi di papavero.. 😀 Poi provo a dare già da subito qualche taglio obliquo con la lametta e lascio di nuovo lievitare a 23° per altre 3 ORE.

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h.11.00: La forma si è ben allargata nella teglia, ma tra una cosa e l’altra, va a finire che aspetto altre due ore prima di cuocere!!!…. (errore!)

h.13.00: Mi preparo per infornare: decido di dare altri tagli nella direzione opposta… che si aprono subito, ancor prima di mettere in forno.

Inforno e procedo come al solito a scalare: 250° per 5 min. con pentolino d’acqua

220° per altri 15 min. sempre con pentolino

200° per altri 15 min. (dovrei togliere l’acqua,… ma mi dimentico!!!!…)

180° per 10 min.

180° con spiffero nel portellone per gli ultimi 15 min.

Lasciar raffreddare nel forno spento e semi aperto, se possibile. Se invece si deve procedere con altre cotture, mettere la pagnotta a raffreddare i posizione verticale, avvolta in un telo che lasci scoperta solo la cima, da cui far sfiatare l’umidità fino al completo raffreddamento.

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Note ed errori: mi sono dimenticata di togliere il pentolino d’acqua e ho notato che la mollica ha faticato molto ad asciugare fuori dal forno, nonostante l’ottima lievitazione.

Ogni ora di lievitazione in più non necessaria, temo sia stata causa a cottura ultimata, di quel retrogusto acidulo del pane (che il lievito in partenza non aveva!) – pane peraltro perfetto in ogni suo altro aspetto! – che un po’ mi infastidisce e vorrei correggere!

Inoltre, si può notare che la crosta sotto è meno colorata, mancano 5 minuti di cottura all’ora prevista!…errore mio!

Xmery.

E poi c’è la pioggia

19 domenica Apr 2015

Posted by mery in Uncategorized

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Briciolanellatte Weblog

pioggiaMi alzo dalla mia poltrona, come se fossi stato chiamato ed esco sotto il portico. È molto presto. Persino il mattino appare addormentato e indeciso sul da farsi. Mi siedo sugli scalini come faccio sempre quando voglio riannodare pensieri o azzittire quelli ingombranti.
Da est, dove il cielo cede al giorno, si alza una brezza morbida a scompaginare i profumi, mentre i colori sembrano staccarsi dalle cose scambiandosi l’un l’altro di posto in un gioco che in questa penombra evanescente ancora possono fare. Il vento si fa teso, per alcuni minuti, agitando il pino che stringe a sé le sue pigne mature come oggetti preziosi; poi cessa di colpo ubbidendo alla bacchetta sottile sbattuta sul grande spartito. E un silenzio interrogativo si spande nell’aria come una promessa creando attesa e sospensione.
E poi, piano piano, chiamata dal nulla, la pioggia allunga le sue dita sulle foglie accartocciate dal freddo; è un brusio pensoso…

View original post 257 altre parole

L’alfabeto degli amanti.

16 giovedì Apr 2015

Posted by mery in B&B., Uncategorized

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l'alfabeto di tutti gli amanti, Michele Zarrillo e Tiziano ferro, Sanremo 2007

L’alfabeto degli amanti- Michele Zarrillo e Tiziano Ferro (2007).

L’alfabeto di tutti gli amanti comincia così,

con parole che invano cercavi lontano da qui……

Xmery.

Back it up – Caro Emerald – (2009).

04 sabato Apr 2015

Posted by mery in One song a day: la musica che mi accompagna.

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2009, back it up- Caro Emerald, sesso in musica

Chi non ha canticchiato questo allegro tormentone per tutta quell’estate, preso dall’irresistibile swing del ritmo, senza preoccuparsi di prestare troppa attenzione al testo, peraltro all’apparenza un po’ sconnesso e ….tendente al Joyciano! ……ahahhahha!.. “The room has a groove and the floor It’s almost earthquakin’…….” Lei si dimena ammiccando nel video e infatti dichiara già in prima battuta “Can’t stop shakin’…” 😀 E tu seguendo quel ritmo mentre guidi, pensi ancora di musica si stia parlando! 😀 Anche quel “back it up” del titolo dovrebbe suggerirti qualcosa, 😀 ma non cogli o non vuoi cogliere…ti basta canticchiare il motivetto accattivante e doo-dulare a tempo di swing. Poi un giorno ti viene in mente di andare a vedere il testo,…. Che ripeto, a prima vista lascia assai perplesso chi come me conosce la lingua ma senza possederne lo slang e i doppi sensi… ti aiuti andando a vedere le traduzioni in rete….(ahaahhahahahahah…le cose che non si trovano nelle traduzioni di testi di canzoni!!!…..) e ….. 😀 sembra che “questo posto ha sia divertimento che la pista da ballo”!….certo, ti dici…. è un italiano un po’ dubbio, ma sempre di musica si sta parlando!

Poi però il mitico traduttore di Angolo testi azzarda un… “Quindi mi prendo quell’ago nel buco…” sgrani gli occhi e, nonostante le evidenti incongruenze grammaticali, ti rendi conto che il testo suggerisce doppi sensi che stanno venendo alla luce!…. 😀 “Get that needle in the core Scratch the back And give me more…” (dove peraltro back non è il sedere, come suggerisce il nostro sempre piu fantastico traduttore :-D…che anche nell’inglese più scurrile è “ass” o “behind” se si vuole essere più velati : il didietro!!!) quindi un “graffiami la schiena!” basterà a rendere l’idea … che di sesso esplicito si parla! …..e con la traduzione andremo di fantasia e sentimento!…. 😀 😀 😀 😀

Sesso spiccio, senza troppi fronzoli….. 😀 “Get that needle* in the core”: metti quell’ago (!!) dritto nel segno! dove ‘needle’ ha anche il doppio significato di puntina del giradischi, giusto per far sembrare innocente ciò che non lo è!!!!…. 😀 E su e giù, davanti e dietro! ….…..back it up and do it again!…… Con quel titolo che invita a non lasciar afflosciare il coso, … 😀 per farlo ancora e ancora!!!!

Ahahhahahhahaahhah………………. Roba da far impallidire il quasi misurato “Come on baby light my fire” dei Rolling Stones, con tanto di impudicissima lingua di fuori! Back it up- Caro Emerald- (2009)

Xmery.

I miei pepper 2015.

04 sabato Apr 2015

Posted by mery in PEPPERmania.

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coltivare peperoncini, orto in cassetta, peperoncini 2015

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Quest’anno, per imprevisti vari, non seminerò, non so se avrò a disposizione l’orto per piantare peperoncini a terra, ma vedrò di trovare soluzioni alternative ….senza pepper non ci sto!

Ho cominciato prendendo poche piantine, ben selezionate tra quelle che mi sono piaciute gli scorsi anni e quelle che ancora non sono riuscita a coltivare e ho ferme lì sul gozzo… piantine già grandine, alcune addirittura già fiorite!!… che mi portano a dover ben gestire questo largo anticipo sulla stagione calda. Per almeno due mesi, tutto aprile e tutto maggio, proverò a tenere le piantine in casa la notte e la mattina, davanti al vetro della finestra, col sole che gli batte addosso da est,….e poi da mezzogiorno fino a sera, le sposterò- una a una!- in veranda a sud, usufruendo di ogni giornata di sole!….. Non c’è dubbio,…..direi che è amore vero….. 😉 .

Ho scelto:

Pimienta de Neide, cercata da tanto nel vivaio di Pepper Parma, e sempre già esaurita, seminata senza successo lo scorso anno…ora è finalmente mia!…. un bellissimo peperoncino nero!

Trinidad Scorpion yellow, vediamo coma si comporta come pianta….

Big Naga Assam, un Naga sempre rosso e leggermente rugoso ma più grosso di quello che ho coltivato lo scorso anno…

Beni Highlands,…lo avevo preso sfuso uno dei primi anni alla Fiera di Pepper Parma, è un frutto giallo, a forma di piccola susina, lucido e liscio…molto bello…vedremo la pianta…

Hot Lemon,..poteva mancare?..è stato in vetta alla classifica dei più mangiati tutto lo scorso anno!!

Habanero Orange, bel frutto, che l’anno scorso non sono riuscita a far maturare a dovere…quest’anno vorrei vedere la pianta nel suo massimo splendore….

Posso arrivare al massimo a 10 piante… Aggiungerei qualcosa di Brown….che sia un Habanero Chocolate, un Fatalii Brown… un Naga Morich Chocolate o uno Scorpion….vedrò. Vorrei che oltre al colore ci fosse anche un buon aroma,…e di solito più sale la piccantezza e meno poi si percepisce l’aroma…..

Qualche piantina decorativa e piccola….. da scegliere tra Violetta dalle foglie nere, tra il sempre bello Jaimito e similari… colorati e allegri! Da intervallare con le piante grandi. Non dovrebbe mancare il bellissimo Capezzolo di Scimmia…..

E forse qualche record?….mi darebbe soddisfazione avere il Carolina Reaper, detentore del primato attuale assoluto di piccantezza?….beh,….vedremo…..

O mi godrei di più il mio collaudato Habanero White giant,…così maledettamente buono, e con cui farci poi i cioccolatini piccanti di cioccolato bianco?…..

La partita è iniziata, ma è ancora tutta aperta! 😉

Ed è aperta anche la modalità di coltivazione 2015!…..Tutta da inventare. Ho pensato a un orto a casse, delimitato dal prato, ma in cui le radici delle piante possano affondare nel terreno… insomma, ho un paio di mesi per mettere a punto l’idea….vedremo.

Immagino una cosa così,…

(foto presa dal sito http://www.cofarming.wordpress.com)

o anche così:

(foto presa dal sito http://www.ilsitodiroberta.com)

Xmery.

Aggiornamento al 15 aprile 2015:

Aggiunti, senza neanche troppo ragionare (semplicemente erano al posto giusto nel momento giusto!.. :- D  ) una piantina di Habanero Chocolate, ancora piccina, e una di White Habanero, quello piccolo però….. vorrei anche il giant, coltivato lo scorso anno…. ma quello suppongo lo troverò solo al Pepper Parma di san Pancrazio (PR).

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Prese anche due piantine da regalare a due amici del campo cani con la passione del piccante, un Hot Lemon e un Tinidad Scorpion rosso. 🙂

(E’ incredibile quest’anno come è scoppiata la diffusione di Hot Pepper anche nei semplici vivai e nei Garden Center!…. ovunque ti giri, trovi peperoncini sia ornamentali sia per appassionati,…. una tentazione ancora più a portata di mano!….)

Xmery.

La mia fantastica pizza con l.d.b. (lievito di birra).

03 venerdì Apr 2015

Posted by mery in agriturismi, B&B., Dove dormire: hotel, La panificazione

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pizza bassa e croccante, pizza fatta in casa con lievito di birra

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E’ la pizza che a furia di tentativi, prove ed errori, ora mi viene da dio!…la amo alla follia. Il segreto è un impasto molle, una farina forte e poco lievito, compensato da una lunga lievitazione. Ora sto tentando di produrre una pizza altrettanto buona con licoli, ma al momento questa rimane la regina!

Ingredienti per 3 persone:

300 gr. di farina Manitoba

240 gr. *di acqua nat. tiepida a 32°

7 gr. di lievito di birra fresco (1/4 di panetto confezionato, da 25 gr.)

1 cucchiaio di zucchero

30 gr. di olio e.v.o. (due manciate)

10 gr. di sale

Farcitura:

1 scatola da 330 gr. di Polpa di pomodoro a pezzetti (io tra tutte preferisco la Polpabella Star, è in assoluto la più “dolce”)

3 mozzarelle da 125 gr.

Olio e.v.o.

Sale e origano

Procedimento:

13.00: scaldo metà acqua in un bicchiere, appena tiepida, non deve scottare in nessun modo! Aggiungo il lievito e lo zucchero, mescolo e aspetto che si sciolga e cominci a reagire.

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Quindi inizio a impastare buttando il miscuglio al centro della farina, mescolo con un cucchiaio all’interno producendo una pappetta molle. Metà della farina è ancora ai bordi: non cercate di inglobarla a forza, perché se si indurisce l’impasto non si riuscirà più ad ammorbidirlo successivamente con altra acqua e sarà compromessa una buona lievitazione.

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Metto altra acqua, sempre intiepidita, cercando di tenere l’impasto molle al centro e sempre un po’ di farina ai bordi, che verrà accorpata per ultima. Aggiungo il sale e 1 manciata di olio, che vi aiuterà a maneggiare l’impasto e a manipolarlo a dovere. Io lo lavoro per 1 minuto con un sistema di pieghe al centro, ma passandolo da una mano all’altra, non dentro alla ciotola! Così mi ha insegnato mio papà 🙂 . A questo punto metto l’impasto che si è formato nella ciotola, a lievitare, coperta dalla pellicola. Un ambiente caldo a 23°/28° è l’ideale.

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h.17.00: dopo 2/3 ORE l’impasto è raddoppiato e gonfio.

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Lo estraggo e lo rimanipolo con delicatezza nello stesso modo, anche se ha un volume maggiore, aiutandomi con una seconda manciata d’olio.

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Poi lo stendo sulla mia teglia rotonda da pizza (la più grande e bassa, 35 cm. di diametro).

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A dispetto dei puristi della panificazione, io uso sempre la carta da forno,…. Non sopporterei di dover ogni volta pulire la teglia da croste di olio e pomodoro…. 😀 Questa vi darà una mano notevole anche nella stesura della pasta, evitando che scivoli indietro ogni volta che si tenta di allungarla!

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Io voglio una pizza sottile, per cui la stendo in modo che da cruda risulti appena più bassa di 1 cm. Lievitando ancora, alla fine risulterà alta circa 2 cm. non di più.

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Anzichè l’olio, si può usare la farina per aiutarsi a stendere l’impasto: questo sarà l’effetto:

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La lascio gonfiare di nuovo in teglia (non metto la pellicola perché mi interessa che sia asciutta in superficie quando metterò il pomodoro).

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20.00: dopo altre 3 ORE è pronta per essere farcita: metto il pomodoro con cautela, senza sgonfiarla;

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di nuovo un bel pizzico di sale (detesto le cose insipide!!).. l’origano e un paio di giri d’olio, a filo sottile, ma che vadano a coprire uniformemente tutta la superficie.

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Inforno a 220° per i primi 20 min.: il pomodoro si sarà asciugato, e la crosta sarà già un po’ dorata.

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Tolgo quindi dal forno e aggiungo solo ora le fettine di mozzarella a temp. amb. (eventualmente con capperi e acciughe) che poi si fonderanno al punto giusto, mettendo in forno altri 10 min. Intanto anche la pasta finisce di cuocere.

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Il risultato è una pizza con una deliziosa crosticina croccante e fragrante sotto e l’interno bel alveolato, bianco, asciutto e saporito.

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* La forza della farina che usate determinerà anche la quantità di acqua che essa sarà in grado di assorbire per ottenere un impasto di pari morbidezza. Con la Manitoba che ha il 15% di proteine, ci vuole più acqua che con altre farine. Se usate per esempio un mix di farine tipo 200 gr. di Manitoba + 100 gr. di farina 0 al 10% di proteine, ne bastano 225 gr. per ottenere lo stesso grado di idratazione (che ritengo sia l’elemento più importante per un risultato strepitoso! 😉 ).

Xmery.

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