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Archivi della categoria: Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

B&B Casa dei Racconti a Ceggia (Ve).

26 sabato Mag 2018

Posted by mery in B&B., Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

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B&B La casa dei Ricordi, B&B La Casa dei Ricordi a Ceggia (Ve), Ceggia (Ve), dove dormire a Ceggia, dove dormire a pochi chilometri da Caorle, Dove mangiare a Ceggia, vecchio casolare ristrutturato

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Abbiamo prenotato  in questo B&B non avendo trovato posto altrove (a causa di un evento che aveva portato in zona gli Alpini, o i Bersaglieri, non ricordo, di tutto l’universo conosciuto). Avevo bisogno di passare la notte in loco e di una struttura in cui ospitassero anche i cani.  Dopo aver telefonato, anche qui mi avevano risposto che non c’era più posto a causa della suddetta calamità. Poi però, per un colpo di culo modello goal al 90°minuto, scopro che on line posso ancora prenotare con Booking, c’è ancora una stanza libera, e per di più una junior suite, a un prezzo più che abbordabile, 101 euro per servizio di colazione e pernottamento. Guardo la struttura, sembra molto bella, c’è una grande piscina illuminata, un enorme parco alberato fuori, tutto recintato, ottimo per poter passeggiare anche col cane. Ottimo. Prenoto.

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Alta Velocità Mediopadana.

25 sabato Mar 2017

Posted by mery in Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

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Alta Velocità, Italo, Ponti Calatrava, Reggio Emilia, stazione AV Medipadana, treno veloce, treno veloce per Roma

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‘Fra la Via Emilia e il West’ (cantava Guccini nel 1984) adesso sorge, capolavoro futuristico nel nulla della Val Padana, bianca come una navicella spaziale al sole dei campi, la stazione della linea ad Alta velocità che fa fermata tra Milano e Bologna, a Reggio Emilia, chiamata appunto…A.V. Mediopadana.

Una costruzione che impressiona, noi che siamo abituati al romanico delle nostre Chiese, alla pietra delle Cattedrali e ai colonnati dei chiostri, ai castelli medievali…non siamo avvezzi alla modernità architettonica, noi ci ‘accontentiamo’ di ciò che ci hanno lasciato in eredità dal passato, che siano vecchi poderi tra filari e nebbia o il Battistero in marmo rosa con i racconti esegetici dell’Antelami scolpiti a bassorilievo. Ci fa un po’ strano, di punto in bianco, dal verde dei campi in aperta campagna, trovarci una stazione che sembra dover far atterrare un Ufo, non far partire un treno! 😀 Arrivando dall’autostrada del Sole, all’uscita di Reggio Emilia, già tutta la mia meraviglia l’avevo sprecata per ammirare da vicino Le Vele, i tre ponti di Santiago Calatrava (2007),…costruzioni iperboliche che con il loro stile, non certo da Bassa Padana, miravano a una riqualificazione della zona nord della città, che avrebbe ospitato la linea ad Alta Velocità (inaugurata nel 2013).

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Quando sono poi arrivata alla zona riservata al Parcheggio delle auto, appena dietro Stazione, sono rimasta interdetta da tanta dissonanza… Mentre chiudevo e lasciavo l’auto lì, che potevo essere a una qualsiasi Festa dell’Unità 😀 tra i fossi e l’erba (il Parcheggio è asfaltato, d’accordo, e ci sono perfino le Lettere ad ogni fila! 😀 ) guardavo il verde luccicante del prato a mezzogiorno, sul quale, come un corridoio verso l’Aldilà, si delineava la tettoia asfaltata che collega i passeggeri in arrivo alla Stazione. La vedi appena più in là, che disegna un’onda bianca e perfetta di geometria, in un luogo che non le appartiene, una campagna che l’ha accolta con un abbraccio imbarazzato e cerca di essere all’altezza di tanta modernità, col suo accento largo e pastoso da bassa modenese!

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L’interno rafforza questa idea di discordanza, un interno buio e freddo quanto luminoso e assolato l’esterno, devo togliere e mettere il giubbotto più volte e in senso contrario a quel che ti aspetteresti: l’unico posto adibito all’attesa è infatti all’aperto, con unici posti a sedere su panche gelide di metallo, e non raggiunto dal sole… il garage di casa mia è più confortevole.

Però, ad allietare la tua attesa, e qui abbiamo la riconferma che la classe non è mai acqua, c’è niente popò di meno che….una gigantografia illuminata dell’Ultima Cena di Leonardo. Eh sì, signori miei…. Che non si dica che la modernità non è attenta al passato!

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Cerchiamo di ingannare il tempo prendendo un tè al Bar, ma ahimé anche qui appare subito, come ovunque ormai in questo progetto sempre meno comprensibile in fatto di coerenza e consequenzialità, che dentro ci sono solo due tavoli e solo una decina di posti a sedere!….no ma…veramente?…..neanche al Bar della Stazione del mio paesello!…costringiamo una ragazza che occupava da sola un tavolo da tre leggendo il giornale, ad alzarsi, con gentilezza 😀 e cerchiamo di scaldarci in quel quarto d’ora che manca alla partenza del supertreno, prima di salire al piano sopra che sta nell’altro emisfero, al sole.

Lì, una meraviglia di tecnologia ci fa capire che sì, siamo davvero avanti anni luce! Due binari interni e transennati per i transiti veloci (e per veloci intendiamo 250 km orari! Mica puoi rischiare di farti risucchiare la 24 ore posata a terra! 😀 ) e due più esterni, uno verso Bologna-Firenze-Roma-Napoli, l’altro verso Milano. Mi domando ancora una volta cosa c’entri Reggio Emilia con queste grandi città e cosa mai abbia spinto gli ideatori del progetto a includere questa tappa intermedia nella linea veloce ferroviaria, tanto da costruire dal nulla (e nel nulla!) una struttura del genere, costata la bellezza di 79 milioni di euro (e mentre lo dico ho una leggera vertigine…).

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Poi arriva Italo, col suo elegante color rosso retrò, le scritte dorate e l’aria altezzosa di chi è consapevole della propria superiorità: solo pochi minuti, cronometrati con spietata precisione, per salire e scendere, mica roba da plebe in transumanza! Salgo, penso che tra 2 ore e mezza sono a Roma, e che …ma sì! evviva l’insensatezza!

Xmery.

Antiche rovine di Cesarea in Israele.

26 domenica Feb 2017

Posted by mery in Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

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Anfiteatro di Cesarea, Aqueduct of Caesarea, Caesarea, centrale elettrica Orot Rabin, Cesarea, Fontana romana delle Ninfee, Herod's Harbor, Ippodromo di Cesarea Marittima, Iscrizione di Pilato, Ninphaeum, Palazzo di Erode il Grande, Parco Nazionale di Cesarea Marittima, Porto di Erode, sito archeologico di Cesareamarittima inIsraele

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Una cara amica israeliana, lo scorso anno, mi ha fatto da guida turistica per il paese, mettendosi a disposizione per tutta un’intera giornata. Ci siamo salutate al mattino e mi ha detto:” Che ti va di fare?”… e vedendo la mia titubanza, mi propone una scelta: o un giro nel bosco (sa che sono appassionata di flora spontanea) o alle rovine di Cesarea antica. Beh, a quel punto la mia titubanza era svanita e con risolutezza rispondo: “tutte e due si può?”.. 😀 E così è stato. 😀 Ci siamo messe in macchina e seguendo le indicazioni per Hadera, siamo arrivate in una mezzoretta.

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Oggi, i resti dell’antica città sono conservati all’interno di un’area molto vasta che costituisce il Parco nazionale di Cesarea Marittima. Il sito Archeologico, che per intero occupa ben 125 acri sulla spiaggia rocciosa, ha 3 entrate di accesso ed è a pagamento.

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Cut The Fish (Handmade jewelry in Israel).

19 domenica Giu 2016

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cut the fish, Hod HaSharon, Jewelry with a message, mercatino Israele, Sonka Sushilov

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Durante il mio ultimo viaggio in Israele mi sono imbattuta in un mercatino sulla strada che da Hadera va a Netanya, sulla costa. Proprio sulla strada, in mezzo al placido nulla, c’è una sorta di piccolo centro commerciale, ma inteso in senso letterale, non all’occidentale! Cioè un bar, un piccolo bazar, un negozio di pappagalli, uno di cose etniche e cianfrusaglie varie, un supermercato e una pompa di benzina. Ecco, a noi questi ultimi due servivano. Ci siamo fermati e abbiamo parcheggiato cercando un’ombra sotto il sole impietoso di giugno, un venerdì di primo pomeriggio, e appena scesi dall’auto, siamo stati accolti dalle note di una musica dal vivo…

Nel piazzale, un mercatino e un chitarrista, che neanche a Greenwich o Portobello Road!

Tra bancarelle di ogni genere, mi colpisce il banco di una ragazza che vende gioielli fatti da lei, con delicate figure miniaturizzate (che lei stessa dipinge o estrapola da carte e giornali) che vengono incastonate in medaglioni racchiusi da una lente bombata così da metterne in evidenza il disegno.

Guardo e riguardo, figure stilizzate di fanciulle che mettono in acqua i loro sogni in barchette di carta, innamorati mano nella mano, alberi d’autunno, nevicate, gatti neri, volpi alla finestra e girasoli innaffiati dalle cure di una giardiniera bambina.

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Una finestra verso il cielo.

02 giovedì Giu 2016

Posted by mery in Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare., Uncategorized

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finestra Bri, finestra nuvole, finestra verso il cielo

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A conti fatti, il viaggio più bello è sempre quello che parte da questa finestra di casa.

Xmery.

L’alfabeto degli amanti.

16 giovedì Apr 2015

Posted by mery in B&B., Uncategorized

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l'alfabeto di tutti gli amanti, Michele Zarrillo e Tiziano ferro, Sanremo 2007

L’alfabeto degli amanti- Michele Zarrillo e Tiziano Ferro (2007).

L’alfabeto di tutti gli amanti comincia così,

con parole che invano cercavi lontano da qui……

Xmery.

La mia fantastica pizza con l.d.b. (lievito di birra).

03 venerdì Apr 2015

Posted by mery in agriturismi, B&B., Dove dormire: hotel, La panificazione

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pizza bassa e croccante, pizza fatta in casa con lievito di birra

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E’ la pizza che a furia di tentativi, prove ed errori, ora mi viene da dio!…la amo alla follia. Il segreto è un impasto molle, una farina forte e poco lievito, compensato da una lunga lievitazione. Ora sto tentando di produrre una pizza altrettanto buona con licoli, ma al momento questa rimane la regina!

Ingredienti per 3 persone:

300 gr. di farina Manitoba

240 gr. *di acqua nat. tiepida a 32°

7 gr. di lievito di birra fresco (1/4 di panetto confezionato, da 25 gr.)

1 cucchiaio di zucchero

30 gr. di olio e.v.o. (due manciate)

10 gr. di sale

Farcitura:

1 scatola da 330 gr. di Polpa di pomodoro a pezzetti (io tra tutte preferisco la Polpabella Star, è in assoluto la più “dolce”)

3 mozzarelle da 125 gr.

Olio e.v.o.

Sale e origano

Procedimento:

13.00: scaldo metà acqua in un bicchiere, appena tiepida, non deve scottare in nessun modo! Aggiungo il lievito e lo zucchero, mescolo e aspetto che si sciolga e cominci a reagire.

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Quindi inizio a impastare buttando il miscuglio al centro della farina, mescolo con un cucchiaio all’interno producendo una pappetta molle. Metà della farina è ancora ai bordi: non cercate di inglobarla a forza, perché se si indurisce l’impasto non si riuscirà più ad ammorbidirlo successivamente con altra acqua e sarà compromessa una buona lievitazione.

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Metto altra acqua, sempre intiepidita, cercando di tenere l’impasto molle al centro e sempre un po’ di farina ai bordi, che verrà accorpata per ultima. Aggiungo il sale e 1 manciata di olio, che vi aiuterà a maneggiare l’impasto e a manipolarlo a dovere. Io lo lavoro per 1 minuto con un sistema di pieghe al centro, ma passandolo da una mano all’altra, non dentro alla ciotola! Così mi ha insegnato mio papà 🙂 . A questo punto metto l’impasto che si è formato nella ciotola, a lievitare, coperta dalla pellicola. Un ambiente caldo a 23°/28° è l’ideale.

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h.17.00: dopo 2/3 ORE l’impasto è raddoppiato e gonfio.

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Lo estraggo e lo rimanipolo con delicatezza nello stesso modo, anche se ha un volume maggiore, aiutandomi con una seconda manciata d’olio.

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Poi lo stendo sulla mia teglia rotonda da pizza (la più grande e bassa, 35 cm. di diametro).

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A dispetto dei puristi della panificazione, io uso sempre la carta da forno,…. Non sopporterei di dover ogni volta pulire la teglia da croste di olio e pomodoro…. 😀 Questa vi darà una mano notevole anche nella stesura della pasta, evitando che scivoli indietro ogni volta che si tenta di allungarla!

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Io voglio una pizza sottile, per cui la stendo in modo che da cruda risulti appena più bassa di 1 cm. Lievitando ancora, alla fine risulterà alta circa 2 cm. non di più.

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Anzichè l’olio, si può usare la farina per aiutarsi a stendere l’impasto: questo sarà l’effetto:

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La lascio gonfiare di nuovo in teglia (non metto la pellicola perché mi interessa che sia asciutta in superficie quando metterò il pomodoro).

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20.00: dopo altre 3 ORE è pronta per essere farcita: metto il pomodoro con cautela, senza sgonfiarla;

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di nuovo un bel pizzico di sale (detesto le cose insipide!!).. l’origano e un paio di giri d’olio, a filo sottile, ma che vadano a coprire uniformemente tutta la superficie.

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Inforno a 220° per i primi 20 min.: il pomodoro si sarà asciugato, e la crosta sarà già un po’ dorata.

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Tolgo quindi dal forno e aggiungo solo ora le fettine di mozzarella a temp. amb. (eventualmente con capperi e acciughe) che poi si fonderanno al punto giusto, mettendo in forno altri 10 min. Intanto anche la pasta finisce di cuocere.

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Il risultato è una pizza con una deliziosa crosticina croccante e fragrante sotto e l’interno bel alveolato, bianco, asciutto e saporito.

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* La forza della farina che usate determinerà anche la quantità di acqua che essa sarà in grado di assorbire per ottenere un impasto di pari morbidezza. Con la Manitoba che ha il 15% di proteine, ci vuole più acqua che con altre farine. Se usate per esempio un mix di farine tipo 200 gr. di Manitoba + 100 gr. di farina 0 al 10% di proteine, ne bastano 225 gr. per ottenere lo stesso grado di idratazione (che ritengo sia l’elemento più importante per un risultato strepitoso! 😉 ).

Xmery.

Cremona, un pomeriggio d’inverno.

15 domenica Feb 2015

Posted by mery in Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

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Battistero di cremona, cattedrale di s. maria annunziata a cremona, duomo di cremona, palazzo comunale a cremona, piazza del comune a cremona

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Sono rimasta incantata da questa città che non vedevo da anni, dalla sua piazza meravigliosa alla luce bassa del pomeriggio: il Duomo illuminato  che si staglia di lato, preceduto dall’immensa torre campanaria, il Terrazzo…talmente alto e imponente che sembra cascarti in testa!

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La piazza infatti, a differenza delle nostre in Emilia, è piccola, troppo piccola per poter ammirare le facciate dei suoi monumenti dalla giusta prospettiva! Dal vicoletto buio, si ergono all’improvviso davanti agli occhi e ti costringono a startene a faccia in su, tanto ci sei sotto!

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Il Duomo è magnifico, con tutti quegli elementi gotici e rinascimentali che sorprendentemente inquinano l’originale stile romanico della struttura e ne fanno un qualcosa di unico e suggestivo! Il rosone che troneggia al centro, quella leggera loggia a due piani, che svuota gli spazi della facciata in marmo bianco di Carrara, il maestoso protiro centrale, con le tre nicchie dei Santi e la Madonna, e le colonne tipicamente sorrette dai due leoni stilofori a protezione dell’entrata del luogo sacro. Belle e insolite anche quelle guglie rosse in alto, dal tetto deliziosamente bianco, che richiamano lo stile nordico e si ripetono a decorare  le altre facciate laterali della Cattedrale (meravigliose pure quelle!).

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Stupendo anche l’effetto di tutto il porticato bianco a terra, che dalla chiesa prosegue di lato a fare da elemento di congiunzione con la Torre campanaria, che si innalza immensa e possente, rossa, col suo prezioso orologio astronomico a segnare il tempo e le epoche astrali.

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Sull’altro lato del Duomo, il Battistero, forse non bello come quello di Parma, ma ugualmente importante nell’insieme della piazza, che è un continuo rincorrersi di elementi che si richiamano l’un l’altro, a creare un suggestivo rimbalzo di strutture e colori.

Cremona

(foto presa da:  http://agriturismo.agraria.org/)

Su alcuni degli otto lati del Battistero rimane la originaria finitura a vista, rossa, a laterizio, , mentre gli altri sono stati successivamente ricoperti di marmo bianco: sembra un’opera incompleta, o rovinata dal tempo, ma poi ti accorgi che quel bianco e quel rosso creano una perfetta sintonia nell’equilibrio complessivo della piazza! Così come la porta del Battistero, coi suoi due leoni a sorreggere le colonne, è lì per richiamare la facciata del Duomo.

Curiosità: i battisteri romanici avevano base ottagonale, poiché secondo la numerologia sacra il numero 7 simboleggia il tempo, mentre il numero 1 è Dio, che sommati danno…. Il numero 8, ossia: l’eternità! 🙂

(foto presa da: http://italiaviva.altervista.org/)

Di fronte al Duomo, il Palazzo Comunale, bellissima struttura rossa di origine medievale, a cui successivi rimaneggiamenti hanno aggiunto richiami di marmo bianco sulla base delle colonne del bellissimo portico e in quella linea orizzontale che taglia il palazzo in due, ricostruendo ancora quell’alternanza di rosso e bianco che domina la piazza.

Cattedrale e Battistero

(foto prese da:http://www.turismocremona.it/)

Insomma, un rimbalzo di colore, di linee, di forme, di spazi e di vuoti…. Gioielli incastonati in una piazza spettacolare, che rapisce lo sguardo anche del più impreparato osservatore come me!

 

Xmery.

Mercatini di Natale.

27 sabato Dic 2014

Posted by mery in Lo zaino in spalla: viaggiare è respirare.

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merano, mercatini di natale

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Da qualche anno sono diventati un must dell’inverno…. Nati come mercati in periodo natalizio, diventati tradizione come il Presepe e altre manifestazioni folkloristiche in Trentino Alto Adige, Austria e Germania del sud….. ora, oltre a essersi estesi alle maggiori città del nord Italia, alla capitale e alle grosse città del sud,…… sono diventati oggetto di turismo di massa.

Partono interi pullman all’alba, che in giornata toccano tutte le città in cui ci siano mercatini natalizi, con attraversamento di confine e ritorno… frenetici tour de force in cui alla fine puoi dire con orgoglio: sì, io li ho visti….tutti!….

Da questa sindrome sono stata colpita nel 2010…

ne ho sentito talmente tanto parlare che….decidi che vuoi vederli anche tu: scegliamo Merano e poi facciamo una capatina anche a Bolzano… belli, luccicanti, romantici e suggestivi, il freddo, il nevischio, la magia del Natale e l’atmosfera della montagna che amo, il legno, i bracieri col fuoco, il pane, i vin brulé caldi che scaldano le budella….

Insomma, tutto molto suggestivo, ma tornai con l’intima consapevolezza che con quel viaggio avevo esaurito l’argomento, …non sarei tornata per vederne altri,…tutti, gli altri!

E invece, dopo 4 anni, in cerca di una mèta invernale in cui passare qualche giorno di relax,…..siamo ritornati. Di nuovo a Merano e poi tappa veloce a Trento.

Ancora più delusa……. 😦 non c’era neppure quel bel freddo pungente che ti fa soffrire ma tieni duro … le solite bellissime e luccicanti bancarelle a forma di baita, i soliti punti di ristoro presi d’assalto negli orari di fame collettiva….

Insomma,… che io stia perdendo lo spirito natalizio?

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Zelig- Mercatini di Natale -Antonio Ornano (2012)

Xmery.

Ps. L’unica novità per me, che non lo avevo mai assaggiato, è stato un dolce chiamato “strauben”… deliziose (anche se pesanti come un’incudine sullo stomaco!! :-D) frittelline a filini, cosparse di zucchero a velo e servite su un piatto con porzioni …disumane! (…ok, che c’è freddo e si necessita di calorie da bruciare,….ok che qui non si pranza né si cena e la merenda è tutto!….:-D 😀 ma…..) e guarnite di marmellata ai frutti di bosco!….

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Ristorante ‘I 12 monaci’ (Fontevivo-Pr).

09 domenica Nov 2014

Posted by mery in Ristoranti

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chiostro abbazia di Fontevivo, Filetto laetitia, matrimoni, Ristorante I 12 Monaci-Fontevivo Parma, sala dell'antico Refettorio

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www. I 12 Monaci. it (Via Roma, 1 – 43010 Fontevivo – Parma)

Questo Ristorante mi è stato consigliato da amici che hanno organizzato qui la cena del loro matrimonio. La lacation infatti è perfetta, romantica e antica, con il suo chiostro all’aperto e la sala chiusa nell’antico Refettorio dell’abbazia di Fontevivo.

Temevo che in una serata di novembre, locali come questi, con soffitti altissimi, patissero dei quel freddino antipatico dovuto alla difficoltà di riscaldare tutto l’ambiente, così sgradevole mentre di mangia e si vorrebbe invece stare rilassati al calduccio: invece sono stata subito immediatamente smentita, il locale era piacevolmente caldo anche se non gremito.

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L’ambiente molto elegante ma rilassato ci ha messo subito a nostro agio, anche tra tovaglie eleganti che arrivano fino a terra e sedie alte impreziosite da ‘fantasmini’ con tanto di fiocco dietro 😀 Un attimo di smarrimento di mio marito che a un tratto mi fa, sussurrando in cerca di un suggerimento come tra i banchi di scuola: “Mery, … com’è la storia delle posate? Si parte dall’interno o dall’esterno?”.. 😀 Ma la mia risposta: “Suggerisco di fare come ti pare..”  😀 lo ha riportato all’istante alla consueta tranquillità!…

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Noi siamo praticamente astemi, quindi non posso dare grossi giudizi sulla carta dei vini, ..ci è stato portato un calice (bei bicchieri!) di prosecco in omaggio come antipasto, insieme a un incantevole stuzzichino: un fagottino di farina di castagne, con ripieno di formaggi, chiuso da un nastrino di erba cipollina, su un letto di purea di piselli e “perle di tartufo”…così sono state definite! Delizioso e perfettamente bilanciato nei sapori: ottimo!

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Poi io ho ordinato un primo di gnocchetti di ricotta conditi con vellutata di zucca: delicati, teneri, ma il piatto non mi è sembrato eccelso, non prendeva il volo:

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Mio marito ha preferito un fuori menù, di ravioli ai formaggi (deliziosi, col revèrs di pasta verde! 😉 ) su un cestino di grana, con fettine di tartufo: veramente molto buono, grande sciabolata di gusto il tartufo insieme al grana in padella! Ottimo!

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Il mio secondo erano filettini di coniglio con verdurine stufate… ma questo piatto non è stato all’altezza delle mie aspettative: mi è stato proposto come “cotto in vaso” e non ho capito alla fine cosa si intendesse… (mi aspettavo un composto freddo) e il filetto non era tenero come lo avrei voluto…. Mh,…no.

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L’altro secondo invece era eccezionale, un filetto di manzo (dedicato a tale Laetitia! :-D) col tipico condimento previsto dalla ricetta: ginepro, miele, bacche di pepe rosa, su un letto di radicchio trevigiano crudo, ma passato nei sapori… cottura perfetta, piatto perfettamente riuscito.

Filetto Laetitia.

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Sui dolci infine, altro scivolone :-(: ho ordinato un clafoutis (c’erano le mele invece delle pesche, e passi…) con zabaglione…

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ma mi è stata portata una tortina soffice, che in un attimo di panico ho temuto fosse una ciambellina Mr. Day anche se ammetto venuta particolarmente bene,…. 😀 no, scherzo dai.., ma l’aspetto era quello di una merendina soffice alle mele, imbellettata con una spolverata di zucchero a velo e con fettine di mela fresca come compagne di piatto improvvisate!

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Niente a che vedere con un clafoutis, ovviamente, ma perché allora chiamarlo così? Forse l’avrei accettata meglio per quel che era, senza depistanti aspettative… Salvata in corner da una ciotolina di zabaglione caldo come accompagnamento, ….che avrei supplicato, per averne una intera e generosa porzione!…. 😀 da svenimento!

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Il conto leggermente sopra la media, 75 euro in due, due primi, due secondi, un dolce, un solo caffè, una bottiglia d’acqua e un calice di Gutturnio frizzante.

Ma ci tornerò per testare la qualità dei salumi, che se un Ristorante vale davvero devono essere “superlativi” nella nostra zona, e i classici: anolini, tortelli d’erbetta o zucca…. E qualche dolce, che forse con questo non sono stata fortunata…

Il piatto forte del Ristorante? La cameriera. 😀 Una ragazza di una gentilezza degna di una sala barocca (ha chiesto se poteva occuparsi dei nostri cappotti all’entrata! J) ma estremamente alla mano, spiritosa e pronta alla battuta, ma mai sguaiata (una risata tropo cristallina in un locale del genere sarebbe fuori posto!) competente, disponibile, attenta….scarna e asciutta, nella sua divisa nera, ma volteggiava leggera, con grazia, tra i tavoli imbanditi.

Insomma, un perfetto equilibrio di contrasti, come dovrebbe essere ogni buon piatto. Brava Deborah.

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Xmery.

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