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~ uno spazio interiore fatto di colori, profumi, pensieri e vibrazioni del cuore.

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Archivi Mensili: ottobre 2014

Olio piccante fatto in casa.

30 giovedì Ott 2014

Posted by mery in Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli., I prodotti che amo.

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Capezzolo di scimmia, capsicum chinensis Maldivian, Capsicum chinensis Naga, Chupetino, Hot Lemon, olio extra vergine di oliva, olio piccante, olio piccante con aglio, peperoncini piccanti, semi piccanti

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Quest’anno, con il fantastico e prolungato raccolto di peperoncini dell’orto della nonna, dopo i regali e le ricette creative, ci siamo ritrovati ancora con un’eccedenza di prodotto che non sapevamo più come utilizzare! A questo punto, sono ritornata alle ricette classiche 😀 e ho usato tutto per fare un trito secco che si conservasse per l’inverno e…olio piccante. 😉

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Ingredienti per olio Naga Morich da 250 ml:

250 ml. olio (a me piace solo l’extra vergine di oliva)

1 peperoncino rosso Naga Morich (piccolo) di piccantezza estrema

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Ingredienti per olio piccante con peperoncini misti aromatizzato all’aglio:

250 ml. olio extra vergine di oliva

1 Maldivian (rosso, grosso e molto piccante)

5 Capezzoli di Scimmia (arancioni, piccoli e molto piccanti)

5 Chupetino (rosso, piccoletto e mediamente piccante)

½ peter Pepper (rosso, mediamente piccante)

2 Hot Lemon (gialli, lunghi, mediamente piccanti e aromatici)

Aglio liofilizzato

 

Procedimento:

il peperoncino che si intende utilizzare dovrà essere asciugato dell’acqua, anche se poca, che la polpa contiene quando il frutto è fresco. In questo modo si evita che l’olio poi vada a male in pochi giorni.

I metodi di asciugatura sono diversi: o si lasciano asciugare al sole, meglio se dopo averli aperti in due… o si fa fare l’acqua al peperoncino mettendolo in un colino coperto di sale grosso almeno per 1 giorno, …oppure lo si asciuga in forno a calore minimo: io uso questo metodo, il più rapido e già collaudato.

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Prima taglio i peperoncini, almeno in due o più pezzi, perché asciughi più in fretta. Poi li appoggio su una teglia con carta da forno (meglio se si mette un piatto dentro alla teglia) e li metto in forno a temperatura minima (150°) e col portellone semi-aperto una decina di cm. Stanno lì 15 min. poi spengo e li lascio ancora a forno spento ad asciugare per altri 30 min. Non devono rosolare, né imbrunire,…solo asciugarsi.

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Il tempo di essiccazione dipende molto da quanto quel particolare tipo di peperoncino risulta polposo: più lo strato di polpa è sottile è più asciugherà in fretta rischiando di bruciacchiarsi; ci sono invece frutti molto sugosi come il Tabasco o a buccia comunque spessa e soda come il Maldivian, che necessitano di tempi un po’ più prolungati per essere certi di una corretta essiccazione, senza rischi di irrancidimento dell’olio. Il mio consiglio è di valutare come sta procedendo l’asciugatura dei pepper ogni 15 min. e se necessario tenerli in forno ancora un po’….

Questo metodo, rispetto all’asciugatura col sale, ha l’evidente vantaggio di non disperdere il sugo (e quindi il sapore!) che anche se essiccato resta tutto all’interno del frutto. Invece nell’altro modo, il sugo viene assorbito dal sale: il frutto risulta asciutto ma gran parte del succo è passato nel sale che infatti risulta bagnato, leggermente colorato e un po’ piccante!

Quale olio usare? Io preferisco l’extra vergine di oliva, più pieno, denso e aromatico… ma questo comporta una scadenza più a breve termine (6 mesi circa) per cui ne preparo bottigliette piccole (da 250 ml.) e tali da essere consumate in fretta. Chi vuole conservare l’olio piccante più a lungo (1 anno) utilizza olio di semi…che io detesto :-D.

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Che peperoncini? Ovvio che molto sta nel grado di piccantezza che si vuole ottenere! Con i comuni peperoncini piccanti io ne utilizzo approssimativamente    … gr. per 1 lt. di olio. Se si hanno a disposizione pepper moooolto piccanti occorre andarci con un po’ di cautela! 😀

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Altri aromi? Quest’anno ho deciso di provare ad aggiungere aglio, per dare un tocco di aroma in più e ho optato per quello liofilizzato, che già è privo di acqua: lo ho fatto appena imbiondire in padella con un cucchiaio di olio extra vergine non troppo caldo e poi l’ho aggiunto all’olio della boccetta insieme ai peperoncini essiccati.

Ad oggi, dopo 10 giorni, l’olio è in ottime condizioni di conservazione, anche con questa variazione.

Mettere anche i semi? Io li metto, visto che aggiungono piccantezza* ma dove ce ne sono troppi (per es. i Capezzoli di Scimmia sono piccoli peperoncini pieni di semi!) non li metto tutti quanti… Ciò che conta a mio parere è la polpa, che è quella che dà sapore oltre al piccante!

 

Xmery.

*Note: i semi in sé non producono piccantezza, restano piccanti solo per il fatto che nascono attaccati alla ‘placenta’ del peperoncino, ossia quei filamenti interni che sono la parte più piccante del frutto! Per lo stesso motivo, il peperoncino è sempre meno piccante sulla punta e molto di più nella parte vicino al picciolo, dove appunto stanno i filamenti interni placentari.

Filet Burgher (settembre 2014).

30 giovedì Ott 2014

Posted by mery in Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli., I secondi piatti.

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carne magra di manzo, carne magra macinata, Filet Burgher, hamburger del borgo

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Sì, è l’ultima trovata di un macellaio di città, e si scrive proprio così: in un improbabilissimo inglese borghigiano! 😀 E’ carne magra di manzo macinata e rimacinata, tanto che ogni traccia di fibra nervosa si spappola in un impasto rosso, che prende la forma di un grosso e spesso hamburger. Una volta cotto, forma una deliziosa crosticina un po’ croccante e bruciacchiata, mentre il centro resta talmente rosa e tenero che pare sciogliersi in bocca, quasi fosse carne di filetto. La sostanziale differenza,….è che costa solo 16 euro al kg.! 😀 Io amo cucinare il filetto di manzo, ma devo dire che questa è davvero una valida alternativa! 😉

 

Ingredienti:

1 Hamburger (160 gr. di carne) per ps.

Pochissimo olio extra vergine per la cottura

Niente sale, perché l’impasto è già condito

 

Procedimento:

il Filet Burgher del borgo 😉 si cuoce in una padella antiaderente, già ben calda, con un filo d’olio extra vergine di oliva, mettendo poi il fuoco al minimo: 5 min. da un lato e poi altrettanto sull’altro lato.

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Se si vuole un hamburger al sangue, molto crudo all’interno, “rare”…lasciarlo così, un po’ gonfio dei suoi liquidi; se invece si preferisce una cottura “medium” rompere appena la superficie, schiacciando delicatamente con una forchetta: parte dei liquidi interni della carne uscirà e andrà a formare in pochi secondi un gustoso sughetto marrone, lasciando l’interno di un bel rosa, …anche se la forma perfettamente rotonda dell’hamburger risulterà leggermente crepata. 😉

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Xmery.

Contorno di Cavoletti di Bruxelles in padella.

27 lunedì Ott 2014

Posted by mery in Contorni., Fumo in cucina!....Oggi ai fornelli.

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cavoletti di Bruxelles, cipolla, contorno in padella, guanciale

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Premettendo che i cavoletti a noi piacciono anche solo lessati e conditi con olio, sale e pepe, ho provato a farne una versione appena appena più elaborata, ma senza eccedere in preparazioni con gratinature e condimenti troppo pesanti.

 

Ingredienti per 3 ps:

una confezione piccola di cavoletti di bruxelles da 380 gr.

100 gr. di guanciale

1 cipolla piccola

Olio, sale e pepe

 

Procedimento:

Pulire i cavoletti dal torsolo e dalle foglie più esterne se sono rovinate, poi tuffarli in acqua bollente e salata per 12 min, finché saranno cotti ma ancora belli al dente.

 

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Nel frattempo rosolare il guanciale a dadini in una padellina senza altri condimenti, e alla fine togliere eventuale grasso sciolto in eccesso.

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A parte scaldare la cipolla piccola con  un giro di buon olio extra vergine, lentamente, senza che si colori troppo, e subito dopo aggiungere i cavoletti lessati, fare insaporire un po’ e per ultimo aggiungere il guanciale già rosolato. Lasciare che insieme cuociano ancora per 5 min. lentamente, col coperchio, affinché anche i cavoletti arrivino a cottura.

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Note: lo so che questo è un contorno, ma…. 😀 io li ho trovati eccezionali col purè!…. 😀

Xmery.

Fango e cuore: esondazione del Baganza a Parma (13 ottobre 2014).

25 sabato Ott 2014

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo., Eventi.

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13 ottobre 2014, angeli del fango, esondazione fiume Baganza a Parma, spalatori

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Di questo voglio parlare. Di questo mi voglio ricordare. Di una ragazza, sola, che si toglie gli stivali coi quali si è data da fare insieme a sconosciuti di ogni età, si cambia le scarpe e aspetta che i genitori passino a prenderla per pranzare.

Del fango, dell’acqua che ti fa salire il cuore in gola, del fuggi fuggi per mettere in salvo le auto, delle cantine allagate, dei danni, dei risarcimenti,…di questo hanno già detto tutto.

Di quel lunedì 13 ottobre ci ricorderemo tutti….ma io voglio portare con me l’immagine di questa ragazza piccolina, che alle 12.20 si è allontanata dal gruppo degli spalatori, si toglie gli stivali infangati su una panchina per farsi venire a prendere da mamma.

 

Xmery.

Dopo 5 giorni, il primo accenno di sole e i resti del disastro:

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Xmery.

 

 

I passatelli della nonna Gianna.

24 venerdì Ott 2014

Posted by mery in Primi piatti.

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brodo di carne, formaggio Parmigiano, pan grattato, passatelli in brodo, uova

 

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Questa ricetta- orgoglio di famiglia da generazioni- che ottimamente sostituisce gli “anulèn” in brodo quando non si ha il tempo (o le competenze come nel mio caso! :-D) necessari,….. ha fatto storia nel 2011 quando i passatelli tra le amiche di forum di giardinaggio diventarono leggenda!…., ahahhah!,… Metto qui la ricetta in modo che chi volesse cimentarsi in questa emiliana specialità, possa farlo da qualunque parte d’Italia!  😉

 

Ingredienti per 3 ps.:

3 uova

100/120 gr. Parmigiano

50 gr. pan grattato

 

Procedimento:

innanzitutto è necessario un buon brodo di carne, fatto in casa e come dio comanda,…. Fatto questo, si prepara l’impasto per i passatelli, sbattendo prima le uova e aggiungendo man mano il formaggio grattugiato e il pane. La proporzione indicativa è di 1:2, quindi metà pane rispetto al Parmigiano, poi è ovvio che ognuno si regolerà in base alla grossezza delle uova e al tipo di pane che usa: l’importante è che non risulti un impasto troppo molle, che si possa agevolmente lavorare, ma nemmeno troppo duro, con troppo pane o addirittura con aggiunta di farina (alcune ricette la prevedono, ma il risultato non è decisamente lo stesso!).

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Quando il brodo (ben filtrato e sgrassato) bolle, passare l’impasto nell’apposito attrezzo per passatelli, facendoli scendere direttamente nella pentola del brodo. Dovranno cuocere pochissimo, il tempo di ritornare a galla (3/5 min. massimo) e a bollore lieve.

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Si servono caldissimi, per riscaldare le ossa e la pancia 😀 nelle fredde sere d’inverno.

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Xmery.

Note:…….. (dedicata a Carmen, che in questo momento immagino impegnata in cucina 😉 ).

Goji sì, Goji no.

20 lunedì Ott 2014

Posted by mery in I prodotti che amo.

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bacche di Goji, elisir di lunga vita, Lycium barbarum

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Sono di moda, le bacche di Goji. Come lo sono state le alghe di Guam, i semi di Chia, il tè verde, la Quinoa, l’Agar Agar, i chicchi di caffè verde superdimagranti…. che il vecchio e caro gambo d’ananas al confronto è acquetta! Tutti rimedi miracolosi, frutto di scoperte sensazionali, …e che promettono risultati strepitosi! E più il nome è esotico e incomprensibile, più il successo è assicurato! 😀

Il Goji, Lycium barbarum, di solito lo si trova anche nei supermercati, appassito come uva sultanina ma rossa e all’assaggio non mi aveva fatto propriamente impazzire. Avrà anche una montagna di vitamine e di antiossidanti ‘sto Goji,…ma il sacchettino è ancora a metà nello scaffale.

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Oggi, sempre al supermercato, lo proponevano come frutto fresco, appena raccolto e mi sono lasciata tentare: sono bacche di colore arancio vivo, ma di consistenza molle come un pomodorino,…il sapore? Bah,…non abbastanza dolce, non acidulo, non profumato………insomma, insignificante.

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Quindi, penso che lascerò l’elisir di lunga vita a qualcun altro, ..e se proprio voglio morire sana e felice, credo che la frutta fresca di stagione andrà benissimo! :- d

Xmery.

Alimenti esotici “miracolosi”- www.ilfattoalimentare.it-

Free to decide.

19 domenica Ott 2014

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo., One song a day: la musica che mi accompagna.

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1996, dolores'o riordan, free to decide, la forza delle donne, libertà, return to where you come from, the cranberries, the faithfull departed

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Dedicata a tutte quelle donne  a cui è stato insegnato ad avere sempre bisogno di qualcuno, per fare, per decidere , per essere felici, per essere complete,…alla fine semplicemente per essere. A quelle donne che non credono nelle loro forze, quando invece imparando ad ascoltare se stesse, saprebbero capire senza sbagliare di cosa hanno bisogno e cosa no.

Alle donne a cui han fatto credere che una gabbia, un marito, un velo sono fatti per la loro sicurezza…

A quelle che, solo una volta fuori dalla cornice entro cui ballavano come marionette senza identità, si sono rese conto di quanto la cornice fosse piccola… 🙂 e di quanto loro fossero grandi!

Dedicata alla gioia di poter finalmente dire “Al diavolo la tua ristrettezza mentale, la tua piccolezza e il tuo egoismo! sono LIBERA di decidere, sono CAPACE di farlo e lo farò: ritornatene da dove sei venuto!

Che non c’è niente, davvero niente di più prezioso di questo: o sarò io a condurre le redini della mia vita, o non vale la pena di vivere affatto!…. e non ditemi che ho tendenze suicide, tutto l’opposto: io voglio VIVERE!”

❤ …. 🙂

Xmery.

Free to decide- the Cranberries (from “The faithfull departed”- 1996)

 

It’s not worth anything

more than this at all:

I’ll live as I choose,

or I will not live at all!

 

So return to where you come from!

return to where you dwell!

Because harassment’s not my forte (le molestie non fanno per me)

but you do it very well….

I’m free to decide, I’m free to decide!

and I’m not so suicidal after all!

I’m free to decide, I’m free to decide

and I’m not so suicidal after all!

At all, at all, at all!

You must have nothing

more with your time to do!

There’s a war in Russia

and Sarajevo too,

so to hell with what you’re thinking

and to hell with your narrow mind

you’re so distracted from the real thing (dal vero amore):

you should leave your life behind, behind!

‘cause I’m free to decide, I’m free to decide

and I’m not so suicidal after all!

I’m free to decide, I’m free to decide

and I’m not so suicidal after all!

At all, at all, at all!

*) foto sopra di Photografy86.

Mordicchio.

19 domenica Ott 2014

Posted by mery in Storie a 4 zampe: insieme per la vita.

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mordicchio, storie di cani

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Oggi ho seppellito un amico. Il più fedele compagno che io conoscessi.

Arrivato tra le mani bambine di mio figlio, scelto per amore, è morto col muso appoggiato al suo palmo divenuto adulto, sotto il peso stritolante di un cuore disastrato, ma con l’odore confortante del suo amico nelle narici, fino all’ultimo respiro.

Era un cane come ce ne sono pochi, Mordicchio. E difficile da eguagliare. Uno dei rari casi di cane maschio non castrato che mai ha cercato di uscire dai suoi confini per rincorrere facili innamoramenti: 🙂 non ha mai cercato di scappare. A volte saltava la siepe, sì…dimostrando le sue doti di saltatore che tanto ci inorgoglivano! Ma solo se era per seguire il suo amato compagno quando andava nella casa di fronte. Prendeva la rincorsa  e ..in un attimo si alzava da terra di un metro, come se fosse una piuma,… e l’attimo successivo era nel campo al di là della rete, per raggiungere suo padrone!

Così, lui aveva cominciato a portarlo con sé quando c’erano dei lavori da fare nel campo: li si vedeva uscire insieme, uno che guidava la carriola con le due mani, e il cane col guinzaglio legato al manico, a passo misurato, senza mai tirare,…felice di essersi guadagnato il ruolo di aiutante.

Era anche un buon cacciatore, Mordicchio. Topini, bisce erano le sue prede, e un giorno anche la malefica talpa che rovinava tutto l’orto finì sotto il suo sapiente attacco, con grande soddisfazione della nonna.

Mordicchio era il miglior cane da guardia che si potesse desiderare: veloce e preciso nel segnalare ogni cosa, ma mai aggressivo con chi entrava nel suo territorio. Sembrava sapere che il suo lavoro era avvisare il padrone, e che poi spettava a lui fare il resto.

Non amava l’acqua. E se pioveva, non c’era verso di convincerlo a bagnarsi le zampine! Usciva di corsa per i suoi bisogni e ….li lasciava sul marciapiede, all’asciutto! 😉

Soffriva il freddo e negli ultimi anni, dopo tanto tempo di onorevole servizio, si era guadagnato un posto caldo sul divano della cucina, con un morbido panno di pile come copertina per la notte. Ma di giorno lui si godeva il sole, accucciato sull’erba in posizione di sfinge, con lo sguardo che si perdeva lontano, sereno, ascoltando i rumori dei lavori in campagna nel prato.

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Mordicchio adorava il suo padrone, di una adorazione senza confini. Da lui riceveva il cibo, la razione quotidiana e tanti bocconcini fuori orario di puro diletto. Croste di formaggio, avanzi del pranzo, pelli di salame, conservati scrupolosamente in un apposito barattolo per lui. E a volte anche l’ovetto crudo, appena levato dal pollaio!

Da lui si faceva fare il bagno anti-pulci! Con riluttanza, ma alla fine accondiscendeva….

Si lasciava pettinare via il pelo morto, e al comando del nonno, saltava su in piedi, appoggiandosi alle sue ginocchia, perché lui non dovesse faticare a piegarsi nel passare la spazzola sul suo mantello rossiccio.

Da più di un anno Mordicchio soffriva di cuore, e il nonno gli dava le sue medicine la mattina e la sera, insieme alle solite leccornie, in un tacito e silenzioso accordo. Le pillole lo mantenevano in un precario ma accettabile equilibrio, che lo hanno portato fin qui.

Ieri però non respirava più… il cuore si era talmente ingrossato che gli comprimeva i polmoni, respirava annaspando nell’acqua; e così, perché non morisse soffocato da quel rantolo, lo abbiamo soppresso.

Ora, niente più ululati al nostro arrivo, quando si aprirà il cancello… niente più scodinzoli di benvenuto, …niente più salti da acrobata, niente bagni di sole al tramonto, …niente più giri in carriola col guinzaglio, niente più pisciatine soddisfatte nel fosso,……e quante croste di formaggio finiranno nel bidone dell’immondizia.

Resta  una pianta di Spirea x arguta, che fiorirà ogni primavera a ricordo della bellezza che hai portato, tu semplice e grandioso cane, il cui nome faceva sorridere i veterinari 😀 vista la tua indole buona, e che hai vissuto con straordinaria completezza tutta la tua vita di cane.

 

Xmery.

 

La cultura come bigiotteria luccicante. :-D

03 venerdì Ott 2014

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo., Frasi che è bello ricordare.

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"febbrite", flebite

 

 

Tra le cose belle che ti possono (attenzione, ho detto “possono”!…) capitare in ospedale è un buon compagno di stanza e di sventure. Io ne ho avuta una che non ne voleva sapere di aspettare al terzo giorno per risorgere dai morti: un’ora dopo l’intervento si è voluta mettere il pigiama, dopo due si è voluta alzare per andarsi a fumare una sigaretta fuori in fondo al corridoio. Era una veterana della chirurgia, nonostante fosse ancora molto giovane: mi ha mostrato tutte le sue numerose cicatrici con la serietà e l’orgoglio di un marine. Sapeva tutto di ospedali, operazioni e malattie. Ho ascoltato ogni dettagliatissima spiegazione con divertimento ma anche con genuina curiosità, 😀 visto che io di fisiologia medica so solo quel poco che mi preme al momento e mi dimentico subito dopo quello che ho appreso! 😀 Sorridevo all’idea che un estraneo ai lavori potesse trattenere così tante informazioni mediche e al tempo stesso ascoltavo con un misto di ammirazione quel donnino minuto che dopo aver conseguito la licenza media, sciorinava tanto sapere con estrema disinvoltura e padronanza! 😀

Ma il momento in cui sono riuscita davvero ad apprezzarla a pieno, in tutte le sfaccettature della sua rocambolesca competenza, 😀 è stato l’ultimo giorno di degenza, quando lei- preoccupata per me!- mi fa, con l’affettuoso rimprovero di una che la sa lunga: “Marì, fatti vedere subito quel braccio, non vedi che la vena è andata? Se ti fa male, rischi una “febbrite” Marì!….            Grazie, Francè! 😀

 

Xmery.

La pastina, il purè e la mela cotta.  

01 mercoledì Ott 2014

Posted by mery in Cosa ne penso di....: il mio sguardo sul mondo.

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minestrina in brodo, pastina dell'ospedale, pastina purè e mela cotta

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Dell’esperienza di ricovero in ospedale non si portano a casa ricordi particolarmente piacevoli: dolore, gemiti e lamenti, braccia gonfie e livide di flebo, notti insonni sotto le luci blu, punti che tirano, parenti in visita come orde festose, conoscenti che si sentono in dovere di romperti i coglioni mentre sei seminuda in un letto non tuo, coi capelli in rivolta nel cuscino e fili che ti escono da ogni dove, infermieri vocianti che arrivano alle sei del mattino salutandosi in tutti i dialetti d’Italia, carrelli tintinnanti di ferraglie mediche, tv accese che rimbombano odiose, a più canali in contemporanea, dalle stanze vicine e tu che stai male e vorresti solo silenzio, ti domandi con rabbiosa angoscia “ma non sono ricoverata in un bar, no??” e lancette che si trascinano sofferenti sul quadrante mentre il tempo non passa mai.

Ma alla fine, ci si lascia tutto alle spalle. Il fisico guarisce e la mente si allontana da questo mondo a parte.

Una cosa sola non si dimentica …..e rimane, da sempre, l’immagine stessa dell’ospedale: la pastina in brodo, il purè e la mela cotta!!!!…. 😀 Icona che racchiude in sé la miseria, la rassegnazione della malattia, ….e la voglia imperante di ritornare alla vita, anche se tocca passare per una tale espiazione!

 

Xmery.

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