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I AM MOTHER (film 2019)

10 domenica Gen 2021

Posted by mery in I film che ho amato.

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film 2019, film madre robot, film Netflix, I am mother, thriller fantascinza

Non mi è piaciuto, questo film: troppo lento, troppo vuoto nel ritmo degli accadimenti e senza una tensione tale da giustificarne lo scorrere così piatto.

Le atmosfere cupe del bunker che contornano (quasi) tutta la vicenda, le luci inquietanti dei neon intermittenti degli ambienti, che si accendono e spengono ad ogni passaggio, come unica cornice entro cui si svolge la vita dei protagonisti, la solitudine innaturale vissuta come normale da madre e figlia, non sono tuttavia sufficienti a creare la giusta suspense, solo un lieve malessere e incredulità, che attende indizi ed eventi più pregnanti che non arrivano mai. Anche la presenza della madre robot, il contrasto surreale tra il suo atteggiamento affettuoso e materno, le parole confortanti che di rito rendono una mamma una buona madre, che stridono con la sua voce piatta e artificiale, gli abbracci tra loro che in modo surreale mettono in contatto la carne con il freddo del metallo, non riescono a creare altro che tristezza e molta perplessità in chi guarda. Non allarme, non adrenalina, non il dubbio terrificante, che sarebbero gli unici stati d’animo con cui si può immaginare di stare attaccati allo schermo con uno scorrere così lento delle informazioni.

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Ogni cosa è illuminata (2005).

27 sabato Gen 2018

Posted by mery in I film che ho amato.

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Ogni cosa è illuminata

locandinapg1

Nel giorno della Memoria, voglio recensire questo piccolo capolavoro, che restituisce un senso di continuità tra ciò che è stato, e quello che è.

“Ho riflesso molte volte sulla nostra rigida ricerca. 
Mi ha dimostrato che ogni cosa è illuminata dalla luce del passato.
E’ sempre al nostro lato, all’interno, che guarda fuori. Come dici tu, alla rovescia.
Jonfen, in questo modo, io sarò sempre al lato della tua vita.
E tu sarai sempre al lato della mia.”

Ho visto e rivisto più volte questo film, ….. la prima volta che vi sono inciampata è stato per caso, in seconda serata, non avevo neppure visto l’inizio né sapevo il titolo…eppure, scena dopo scena, ne sono rimasta folgorata nel giro di 15 minuti!….in seguito, ho cercato l’autore, gli attori, ho chiarito la trama e lo svolgersi della storia…. un film splendido. Uno tra quelli che amo di più in assoluto. Me lo gusto ogni volta, pezzo dopo pezzo, sia quando mi fa scompisciare dal ridere, che dove mi commuove fino alle lacrime!…un film che rivedrei all’infinito, senza buttare una sola scena!

Protagonisti:

Elijah Wodd (il Frodo del Signore degli anelli qui nel personaggio di Jonathn Safran Foer, lo stesso nome dell’autore dell’omonimo romanzo, da cui il film è tratto). Jonfen, così lo chiamano senza riuscire a pronunciare correttamente il suo nome, è uno strampalato ragazzo americano che con comica serietà colleziona tutti i singoli e apparentemente insignificanti pezzi che lo porteranno a ritroso, fino alle lontane origini della sua famiglia, ebrea, fuggita dall’Ucraina in tempo nazista. Imbusta tutto. Tutto ciò che può costituire un filo.

Eugene Hutz (Alex, lo strampalato traduttore di Odessa, comicamente incastrato tra i suoi grandiosi desideri di modernità americana e la realtà/cultura in cui vive e di cui è permeato).

Boris  Leskin (il mitico nonno finto cieco di Alex, che farà da guida automobilistica al gruppo).

Questa vicenda si snoda in un continuo paradosso, tra comicità senza risate, assurdità che invece hanno un senso profondo, storie bizzarre al limite della follia, che alla fine ritrovano il loro preciso posto. Così scene memorabili restano come piccoli e preziosi gioielli, disseminati in lungo e in largo nel film, come le buste di plastica del protagonista, contenenti i pezzi necessari a ricostruire il senso delle cose. Chi sembrava innocente nascondeva le sue colpe, chi sembrava morto è sopravvissuto, il frodatore si scopre fratello, ciò che non è disegnato sulle mappe geografiche non vuol dire che non esista, la follia abbraccia la poesia struggente in una  una casa illuminata dai girasoli in mezzo al nulla, il passato che riemerge porta tutto al suo giusto equilibrio. Dolore, appartenenza, memoria ritrovano la loro giusta collocazione. E con loro anche le vite, apparentemente spezzate e stridenti, fuori tempo e fuori luogo, di chi non sa, non può o non vuole fare i conti con il proprio passato. La memoria diventa la Memoria, l’unico strumento che può dare un senso a ciò che non ce l’ha.

Xmery.

Regista: Liev Scheiber, attore americano di origine ucraina al suo esordio cinematografico come regista, mette in scena come opera prima il libro di Jonathn Safran Foer, scrittore altrettanto emergente, che racconta in modo autobiografico tutta la vicenda.

Curiosità:

Quando Jonathan arriva alla stazione dei treni, la banda che l’accoglie sono i Gogol Bordello, il gruppo in cui canta Eugene Hutz (Alex).

L’autore del libro, il vero Jonathn Safran Foer, appare in un cameo: è l’addetto che soffia via il fogliame del cimitero, all’inizio del film.

la vita tutta è una coperta che ti lascia scoperti i piedi.

16 sabato Ago 2014

Posted by mery in I film che ho amato.

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12 agosto 2014, attore Robin William, l'attimo fuggente (1989), la poesia di todd

da ‘L’attimo fuggente’ (1989) di peter Wier- La poesia di Todd-

omaggio a Robin William (scomparso il 12 agosto 2014),

animo di straordinaria acutezza che ha passato la vita cercando la bellezza di una coperta che ti lascia scoperti i piedi. Rendete straordinaria la vostra vita!

Xmery.

 

“Un pazzo con la bava alla bocca:

il suo sguardo mi trapana il cervello,

tende le mani verso di me e non la smette di borbottare,

borbotta la VERITA’.

La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi,

tu la spingi, la tiri e lei non basta mai.

Anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto.

Dal momento in cui nasci piangendo

al momento in cui esci morendo,

ti copre solo la faccia

e tu piuangi e gridi.. e gemi.”

The book Thief (La ladra di libri)-2013.

14 venerdì Mar 2014

Posted by mery in I film che ho amato.

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2013, Brian Percival, Emily Watson, film, Germania, la ladra di libri, recensione, romanzo, Seconda guerra mondiale, Sophie Nélisse, the book thief, USA

The-Book-Thief_poster[1]

The book Thief (2013).

Uscirà in Italia il 27 marzo 2014 questo film che io ho trovato delizioso, degno di essere visto in lingua e rivisto in italiano.

Tratto dal romanzo multi premiato di Markus Zusak (Australia, 2005), il regista del film è Brian Percival di Liverpool, per questa che è una produzione tedesco – americana.

Speciale l’interpretazione della piccola protagonista, Liesel (Sophie Nélisse) viso dai lineamenti straordinari e capaci di espressioni intensissime.  Stagliati meravigliosamente i due personaggi dei genitori adottivi, (Emily Watson e Geoffrey Rush) il buono e il cattivo come nella migliore tradizione poliziesca… 😀 , che si rivelano al contrario una coppia indissolubile in perfetta comunione di intenti, fonte di forza, di valori, di affetto e solidarietà in una Germania nazista che sembra aver perso il suo volto umano in un’escalation di lucida follia.

Densa di profondità, la narrazione lenta e opaca sullo sfondo, che con voce monotona e impassibile degli umani eventi, racconta i destini degli uomini, tra silenziosi gesti di invisibile eroismo e l’insensato generale entusiasmo di correre incontro al nemico in armi,…..”mentre è tra le mie braccia che si buttavano!”. (…..J…senza voler nulla aggiungere).

Una storia di ribellione agli standard, una bambina che ruba libri pur non sapendo leggere, mentre si bruciano libri in segno di adesione alla fede hitleriana, un bambino biondo che si tinge di nero per essere “l’uomo più veloce del mondo: Jessie Owen, l’uomo che ha fatto la storia”. Un ragazzo chiuso in una cantina che insegna a chi è fuori a usare occhi per guardare e parole per racchiudere le immagini nella memoria. Because words are life. Le parole riportano alla vita chi è morto.

Una storia di amicizia, di coraggio, di sfida quando tutto sembra aver perso il suo senso e pare in mano al caso. Ma Liesel insegna: “siamo persone e – semplicemente- è questo ciò che le persone fanno”. Per non perdere la nostra umanità, sia nella vita che nella morte; perché per ogni terribile perdita c’è nuova vita che chiama, per ogni abbandono nuove braccia che accolgono. Forse -davvero- non è la morte che ci insegue, ma la vita con la sua forza inarrestabile a perseguitare lei.

Xmery.

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