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2013, Brian Percival, Emily Watson, film, Germania, la ladra di libri, recensione, romanzo, Seconda guerra mondiale, Sophie Nélisse, the book thief, USA
The book Thief (2013).
Uscirà in Italia il 27 marzo 2014 questo film che io ho trovato delizioso, degno di essere visto in lingua e rivisto in italiano.
Tratto dal romanzo multi premiato di Markus Zusak (Australia, 2005), il regista del film è Brian Percival di Liverpool, per questa che è una produzione tedesco – americana.
Speciale l’interpretazione della piccola protagonista, Liesel (Sophie Nélisse) viso dai lineamenti straordinari e capaci di espressioni intensissime. Stagliati meravigliosamente i due personaggi dei genitori adottivi, (Emily Watson e Geoffrey Rush) il buono e il cattivo come nella migliore tradizione poliziesca… 😀 , che si rivelano al contrario una coppia indissolubile in perfetta comunione di intenti, fonte di forza, di valori, di affetto e solidarietà in una Germania nazista che sembra aver perso il suo volto umano in un’escalation di lucida follia.
Densa di profondità, la narrazione lenta e opaca sullo sfondo, che con voce monotona e impassibile degli umani eventi, racconta i destini degli uomini, tra silenziosi gesti di invisibile eroismo e l’insensato generale entusiasmo di correre incontro al nemico in armi,…..”mentre è tra le mie braccia che si buttavano!”. (…..J…senza voler nulla aggiungere).
Una storia di ribellione agli standard, una bambina che ruba libri pur non sapendo leggere, mentre si bruciano libri in segno di adesione alla fede hitleriana, un bambino biondo che si tinge di nero per essere “l’uomo più veloce del mondo: Jessie Owen, l’uomo che ha fatto la storia”. Un ragazzo chiuso in una cantina che insegna a chi è fuori a usare occhi per guardare e parole per racchiudere le immagini nella memoria. Because words are life. Le parole riportano alla vita chi è morto.
Una storia di amicizia, di coraggio, di sfida quando tutto sembra aver perso il suo senso e pare in mano al caso. Ma Liesel insegna: “siamo persone e – semplicemente- è questo ciò che le persone fanno”. Per non perdere la nostra umanità, sia nella vita che nella morte; perché per ogni terribile perdita c’è nuova vita che chiama, per ogni abbandono nuove braccia che accolgono. Forse -davvero- non è la morte che ci insegue, ma la vita con la sua forza inarrestabile a perseguitare lei.
Xmery.