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Queste cotolette, ma che lo dico a fare, le immagini parlano da sole, sono a dir poco mondiali. Me le consigliò anni fa una cara amica, che di leccornie se ne intende parecchio e ama farsi chiamare Old Hen, in virtù della sua esperienza ultradecennale in cucina. Cara amica che saluto con immutato affetto se mai si affacciasse qui. Lei preparava queste cotolette usando pezzi di pollo, come coscia e aluccie, compresi degli ossicini che trovava deliziosi da ripulire una volta cotti. Io invece preferisco la carne pulita e tenerina, quindi ho usato solo il petto, ma mantenendo la filosofia di pezzi di carne grossi e di spessore, anziché la classica fettina sottile. Anche la panatura quindi è diventata grossolana, a grosse briciole, e più spessa, essendo fatta di tre strati: farina, uovo e pane all’esterno.
Vengono fritti in olio abbondante e ad alte temperature, per garantire un tempo di cottura sufficiente a cuocere i pezzi di carne fino al cuore. Da assaggiare nel modo più assoluto, quando sale la voglia di buono buono buono!