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Le cimici in generale in inglese sono ‘shield bug’ (insetti con lo scudo). Ma questa è conosciuta anche con il nome comune di ‘Striped bug’ (insetto a righe) o ‘Minstrel bug’ per ovvi e intuitivi motivi, vista la livrea colorata che si ritrova e che la fa assomigliare davvero a un cantore medievale che si esibisce nelle corti per divertire il pubblico. Righe sul dorso e puntini sul ventre, davvero un costume degno di un menestrello.
E’ così che l’ho vista tra gli abitanti occasionali nel mio Orto a inizio giugno, quando le temperature ancora non toccavano i 30°. Questo animaletto spudoratamente sgargiante coi suoi colori vivaci si aggirava sui fiori delle carote dello scorso anno, dimenticate e lasciate andare a seme. Mi sono avvicinata curiosa. Solo un daltonico grave sarebbe riuscito a non notarli, rosso sul verde della vegetazione, e loro incuranti di questa grave mancata capacità di mimetismo, si accoppiavano spensieratamente. 😀
Il maschio (l’ho immaginato maschio visto che si posizionava sopra a quella che ho ipotizzato essere un esemplare femmina) aveva un’antenna spezzata e girava arrampicandosi sui gambi e sulle foglie, con le 6 zampette nere dall’incredibile capacità prensile! Poi intercetta la femmina, con disinvoltura le si avvicina e le monta sopra come se lei fosse un tappeto che attendeva il suo passaggio. Questa si accorge di avere qualcosa che le cammina in groppa, con altrettanta nonchalance lo sfanculizza e si sposta altrove. 😀 Non so dire se Antenna Monca abbia un passato glorioso di lotte tra guerrieri maschi per la conquista delle femmine e del diritto di accoppiarsi, al fine di perpetrare i propri geni. Non so come funziona nel mondo delle cimici. So che per molte specie la politica vincente è riprodursi semplicemente il più possibile, più volte possibile, e che la numerosità della prole messa al mondo è ciò che garantisce il successo genetico, se la mortalità è molto alta.
E nel mio Orto, la mortalità delle cimici che mi mangiano i fiori, sì, è decisamente alta. (Cattivissima me!) Specialmente se hanno una sgargiante livrea rossa e nera a righe, che le rendono visibili perfino da lontano. Mi dispiace, ma la selezione naturale oggi ha punito le caratteristiche non adattive della specie. Splash. Non c’è cattivo odore come meccanismo di difesa, che possa scoraggiare il predatore incazzato nel suo orto!
La sola cosa che mi dispiace è che le sorelle ancor più bastarde color verde (Nezara viridula) così perfettamente mimetizzabili nella vegetazione e ancor più quelle asiatiche (Halyomorpha halys) che negli ultimi anni hanno preso il sopravvento sulle cugine nostrane, saranno invece difficilissime da scovare e se la rideranno sotto i baffi (con le loro livree vincenti) ai miei inutili tentativi di sterminale dalla faccia della terra.
Benedetta selezione naturale, …che non tiene conto dei miei desideri.
Note:
l’attuale tassonomia della Graphosoma ne indica due sottospecie, distinguibili dal colore delle zampe, dalla intensità del rosso sul dorso e dalla zona di diffusione.
Graphosoma italicum (sin. lineatum) ssp. italicum: zampe nere (tranne a volte la terza falange), dorso rosso e diffusa al Nord Italia ed Europa. E’ questa nella foto sottostante.
Graphosoma italicum (sin. lineatum) ssp. lineatum: zampette arancio, dorso rosso aranciato, antenne marroni e diffusa in Sud Italia e Sardegna. Qui al nord è improbabile vederle.
Sono tipiche degli orti, in quanto parassitano fiori di carota, prezzemolo, anice e girasoli. Ma oltre ad essere più rare, sono meno dannose delle cimici verdi, purché l’infestazione non sia molto massiccia.
Sotto al dorso cheratinoso, le cimici nascondono ali che permettono loro di volare all’occorrenza. Il fatto che le usino solo raramente e non come mezzo di fuga, sta a significare che i loro stratagemmi di difesa sono altri. Se ci si avvicina a una cimice, lei prima se ne sta immobile, poi forse si lascia cadere, ma non usa le ali se non in casi di estremo pericolo. E nel momento in cui si sente acciuffata emana il suo diabolico olezzo, l’arma letale che l’ha portata a sopravvivere fin qui.
Inoltre, questo rosso sgargiante così ben visibile nella vegetazione si è scoperto avere una sua ben precisa funzione. Viene chiamata colorazione d’avvertimento, poiché dopo qualche brutta esperienza, i predatori di queste cimici se ne tengono intenzionalmente alla larga, riconoscendole da lontano, dal colore appunto. L’uccello non toccherà un tale insetto perché immangiabile e il ragno si affretterà a sbarazzarsi di quello che è stato catturato accidentalmente nella sua ragnatela. Ben presto la cimice scopre che si può essere al sicuro anche senza nascondersi. Anzi questa sua colorazione così audace attira l’attenzione dei giardinieri, sempre con l’occhio attento a proteggere il proprio raccolto, e il fotografo curioso, che con il suo obiettivo entra in un microcosmo a spiare per un po’ che succede in quel mondo spesso a noi invisibile.
Una interessante carrellata di cimici variamente disegnate, per imparare a riconoscerle, su:
Xmery.