Durante il mio ultimo viaggio in Israele mi sono imbattuta in un mercatino sulla strada che da Hadera va a Netanya, sulla costa. Proprio sulla strada, in mezzo al placido nulla, c’è una sorta di piccolo centro commerciale, ma inteso in senso letterale, non all’occidentale! Cioè un bar, un piccolo bazar, un negozio di pappagalli, uno di cose etniche e cianfrusaglie varie, un supermercato e una pompa di benzina. Ecco, a noi questi ultimi due servivano. Ci siamo fermati e abbiamo parcheggiato cercando un’ombra sotto il sole impietoso di giugno, un venerdì di primo pomeriggio, e appena scesi dall’auto, siamo stati accolti dalle note di una musica dal vivo…
Nel piazzale, un mercatino e un chitarrista, che neanche a Greenwich o Portobello Road!
Tra bancarelle di ogni genere, mi colpisce il banco di una ragazza che vende gioielli fatti da lei, con delicate figure miniaturizzate (che lei stessa dipinge o estrapola da carte e giornali) che vengono incastonate in medaglioni racchiusi da una lente bombata così da metterne in evidenza il disegno.
Guardo e riguardo, figure stilizzate di fanciulle che mettono in acqua i loro sogni in barchette di carta, innamorati mano nella mano, alberi d’autunno, nevicate, gatti neri, volpi alla finestra e girasoli innaffiati dalle cure di una giardiniera bambina.